“Senza lavoro e senza soldi faccio fatica a comprare il latte per i miei tre figli”. Inizia così la storia di Antonio (nome di fantasia), 43 anni, residente a Contusi Terme.
Quella di Antonio e della sua famiglia è la storia drammatica di tante famiglie “invisibili” della Valle del Sele-Tanagro.
Dopo il sevizio di leva militare e il matrimonio, Antonio viene assunto presso una nota azienda di Buccino dove lavorerà fino al 2013. “Ho lavorato per 14 anni presso la Stampindustria che produceva i pezzi per la Fiat – racconta il 43enne – Ero sereno. Le cose però, sono cambiate nel 2013 quando l’azienda ha chiuso i battenti per fallimento, licenziando circa 150 operai“.
“A seguito del licenziamento siamo stati costretti a usufruire degli ammortizzatori sociali – spiega – Così, a 39 anni mi sono ritrovato senza lavoro. Dopo vari lavori precari ho iniziato a lavorare per circa un anno e con contratto a termine, presso una nota industria tessile della Piana del Sele ma il contratto non mi è stato più rinnovato. Mi sono ritrovato, così, ancora senza lavoro, con una moglie disoccupata e con 3 figli alle scuole superiori“.
I problemi di Antonio e della sua famiglia però, si sono aggravati quando dopo il licenziamento, si è attivato per cercare un altro lavoro ma ogni tentativo è terminato con l’espressione da parte degli imprenditori: “Non possiamo assumerla perché ha superato l’età per gli sgravi fiscali. Ad un disoccupato di 40 anni preferiamo un giovane con meno di 30 anni“.
Parole forti, che suonano come un macigno nella testa di Antonio e di tanti uomini e donne che si trovano nella sua stessa condizione. “Chiedo solo un lavoro dignitoso – dice Antonio – che mi permetta di poter comprare i vestiti, pagare la retta scolastica ai miei figli, il cibo e le bollette“.
– Mariateresa Conte –