Al grido di “No Justice, No Peace” gli studenti del Vallo di Diano hanno manifestato, questo pomeriggio, in Piazza Umberto I a Sala Consilina per chiedere verità e giustizia per la morte di George Floyd, il 46enne afroamericano morto il 25 maggio durante un fermo della Polizia a Minneapolis.
“I can’t breathe” sono state le ultime parole pronunciate da Floyd mentre uno dei poliziotti gli ha tenuto per otto minuti il ginocchio premuto sul collo, soffocandolo. E proprio queste parole sono diventate il grido di protesta dei manifestanti in America come nel resto del mondo.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Unione degli Studenti Vallo di Diano che ha risposto all’appello lanciato dal movimento “Black Lives Matter“.
“Siamo in Piazza come studenti e studentesse perché crediamo che la lotta ai sistemi oppressivi, violenti e discriminatori debba partire dai luoghi di formazione come le scuole e le università ma anche dai luoghi di socialità – commenta Sara Monti dell’Unione studentesca -. Quello che sta succedendo negli Stati Uniti è il frutto di politiche razionali gravi e attualissime. Queste politiche razionali colpiscono tutto l’Occidente ed anche l’Italia che non è esclusa da questo clima di violenza e discriminazione razziale. Troppe volte ci dimentichiamo che siamo noi a vedere il diverso come tale e per questo crediamo che la solidarietà si debba unire alla protesta, in tutti i centri anche nei piccoli come i nostri“.
Ragazzi, e non solo, hanno manifestato in modo pacifico e nel rispetto delle regole restrittive per il contenimento del Covid-19. Con cartelli e cori, i manifestanti hanno avviato un anche dibattito costruttivo sul tema. Il tutto si è concluso con i ragazzi che a gran voce hanno urlato “We can breathe“, si sono inginocchiati con il pugno sinistro al cielo in segno di resistenza.
– Annamaria Lotierzo –