Ieri si è tenuto il flash mob dei giovani agricoltori della Coldiretti che da tutta Italia sono scesi in piazza davanti a Palazzo Chigi per dire No al cibo sintetico, con un presidio lampo organizzato in occasione del Consiglio dei Ministri. Era in discussione infatti il disegno di legge che vieta il commercio e la produzione in Italia di carne e altri alimenti ottenuti in laboratorio, proposto dal Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per i quali è stato preparato un cesto di tipicità 100% Made in Italy.
Con questa posizione del Governo si afferma con gran forza la volontà di tutelare e premiare le eccellenze italiane che derivano, da secoli, dall’impegno di allevatori e agricoltori che salvaguardano il benessere animale e il terreno.
Per questo mentre per le farine di insetti è bastato fissare regole commerciali (con precise indicazioni in etichetta, scaffali distinti nella grande distribuzione), per il cibo sintetico anche in base a un principio di precauzione l’idea di fondo è quella del divieto di produzione e commercializzazione. Divieto che però non si potrà estendere anche ai cibi sintetici prodotti in altri Paesi che, in virtù del provvedimento all’esame, dovranno trovare autonomi canali di distribuzione nel nostro Paese.
Grande la soddisfazione di Coldiretti che già a novembre aveva promosso una petizione per salvare il Made in Italy a tavola dall’attacco delle multinazionali, sottoscritta anche dalla Meloni e dal ministro Lollobrigida.
“Oltre 500mila firme contro il cibo sintetico, una battaglia che ha coinvolto Amministrazioni comunali, provinciali e regionali che va a sancire il principio che ne è vietato il consumo, la produzione e la commercializzazione. Questo va a favorire la Dieta mediterranea e il nostro comune sentire legato alle specialità del territorio che non possono certamente essere riprodotte in laboratorio. – afferma il Direttore provinciale di Coldiretti Enzo Tropiano – Inoltre, si avallerebbe la presenza di un consumatore inconsapevole che, vuoi per necessità, visto il costo minore della merce sintetica, vuoi per disattenzione, potrebbe anche poter scegliere il cibo sintetico. C’è poi la questione legata alla precauzione: ad oggi non sappiamo quali potrebbero essere gli effetti sul nostro organismo. Continuiamo a consumare i cibi della nostra terra come facciamo da 2000 anni e a tutelare il Made in Italy. Il conflitto bellico ci ha fatto già comprendere cosa vuol dire l’autonomia delle fonti: non permettiamo a nessuno di chiuderci i rubinetti delle fonti energetiche e delle materie prime. Farlo con il cibo potrebbe determinare dissesto sociale”.