Da oggi nella Casa Circondariale “Antonio Santoro” di Potenza c’è uno spazio dedicato a chi, tra la popolazione detenuta, vive una condizione di estrema marginalità e solitudine, con famiglie assenti o lontane.
Si chiama armadio solidale ed è un luogo nato dalla proficua sinergia tra la Caritas Diocesana di Potenza e l‘Istituto penitenziario guidato dal direttore Paolo Pastena che, supportato dal capo segreteria generale Giuseppe Palo, dalla responsabile dell’area trattamentale Sonia Crovatto e da tutto il personale in divisa operante nella struttura, ha avuto la sensibilità di cogliere le necessità essenziali per chi varca le porte del carcere e non ha nessuno che possa fornire periodicamente l’indispensabile, mappando, come precisato dallo stesso direttore Pastena, in maniera mirata le esigenze con l’ausilio del dirigente della Polizia Penitenziaria Gianluigi Lancellotta.
“L’iniziativa non solo si prefigge di alleviare le difficoltà materiali, ma anche di restituire un po’ di dignità, spesso offuscata dal difficile contesto di provenienza. In un periodo in cui l’individualismo sembra prevalere, l’armadio solidale si presenta come un modello di comunità che si fa carico, con prodotti per l’igiene personale e capi di abbigliamento nuovi (biancheria intima, ciabatte, tute e altro) delle persone che vivono una condizione di reinserimento e rieducazione in società secondo quanto sancito dal dettato costituzionale e proprio in questa direzione parte della gestione dell’armadio solidale vedrà il protagonismo di alcuni detenuti” spiega la direttrice della Caritas diocesana di Potenza Marina Buoncristiano.
“La Casa circondariale di Potenza – rimarca Buoncristiano – non è affatto un luogo di vite sospese, le numerose attività, i laboratori creativi e lo straordinario orto botanico sono figlie di una lungimirante attenzione al benessere e agli stimoli di chi ha commesso degli errori e prova a dare un nuovo equilibrio alla propria vita. Anche questo significa portare la parola di Dio”.