Nella scorsa settimana i Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare (R.A.C.) di Messina, Roma, Torino, Salerno e Parma hanno eseguito numerosi controlli presso aziende agricole, caseifici, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, salumifici, liquorifici e frantoi accertando la mancata tracciabilità dei prodotti, la falsa indicazione di denominazione di origine protetta per alcuni alimenti del settore lattiero- caseario.
In particolare in provincia di Salerno presso un’azienda agricola di Ogliastro Cilento sono stati sequestrati 150 Kg di fichi secchi atti a divenire “Fico bianco del Cilento DOP” e in una pizzeria di Vallo della Lucania sono stati sottoposti a sequestro 10 Kg di mozzarella di latte vaccino privi di rintracciabilità. Per lo stesso motivo, in un ristorante di Vietri sul Mare sono stati sequestrati 15 Kg di salumi. Ai titolari delle aziende sono state elevate sanzioni amministrative.
Protagonista dell’indagine la mozzarella di bufala anche a Roma, dove veniva indicata l’indebita evocazione della DOP “Mozzarella di Bufala Campana” nel menù di un ristorante e per la vendita, in una pasticceria, di gelato al pistacchio convenzionale quale “Pistacchio verde di Bronte DOP”.
Inoltre in provincia di Lecco, è stato diffidato l’amministratore di una ditta poiché pubblicizzava, su un portale web, prodotti caseari evocativi delle DOP “Fontina” e “Toma Piemontese”.
In provincia di Torino, è stato inoltre diffidato il responsabile di un caseificio per avere indebitamente evocato nelle proprie produzioni casearie le DOP “Caciocavallo Silano” e “Mozzarella di Bufala Campana”.
Una contraffazione della provenienza del “Capocollo di Martina Franca DOP” è stata scoperta in provincia di Bari, dove sono stati sequestrati 7 Kg di salumi, posti in vendita pur non essendo riconosciuta la denominazione di origine. Inoltre, sempre in Puglia, presso un frantoio è stato diffidato il proprietario a identificare correttamente le partite di olio presenti nei silos.