E’ stato rigettato dalla Prima Sezione penale della Corte di Cassazione di Roma il ricorso straordinario di Michele Di Genio, medico coinvolto nel caso di Franco Mastrogiovanni, il maestro deceduto nel 2009 mentre era ricoverato nel reparto di Psichiatria dell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania.
La Quinta Sezione Penale aveva già dichiarato irrevocabile la condanna per sequestro di persona in concorso.
Di Genio, come riporta il quotidiano “La Città di Salerno”, all’epoca dei fatti era primario del reparto vallese e aveva denunciato l’omesso esame del terzo motivo di appello, chiedendo così la rinnovazione del dibattimento per effettuare una nuova perizia sulle immagini video registrate al fine di accertare le condizioni di Mastrogiovanni quando ebbe il contatto con l’imputato.
“La sentenza impugnata – si legge – ricostruisce dettagliatamente gli elementi posti a base del rigetto del ricorso evidenziando che la responsabilità è incentrata sulla piena consapevolezza dell’illegittimo uso dei mezzi di contenzione, conclusione che non è in alcun modo basata sulla questione della video ripresa”.
Sulla posizione del medico, occorre ricordare, la Corte si era già espressa sottolineando come “nel continuare a sostenere la tesi che Mastrogiovanni lo avesse solo salutato in virtù dei pregressi rapporti di conoscenza, ha inammisibilmente prospettato, senza neppur sollevare l’eccezione di travisamento della prova, una diversa ricostruzione del fatto rispetto a quanto valutato dai giudici di merito”.
Sul caso Mastrogiovanni furono le immagini delle telecamere di videosorveglianza a mostrare come il maestro fu trattato nei quattro giorni di ricovero: legato mani e piedi al letto, digiuno e solo, senza che nessuno si preoccupasse di nutrirlo.
– Claudia Monaco –
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