Sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui lo scorso 6 maggio la Corte di Appello di Salerno ha assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale il Maresciallo Giovanni Cunsolo, accusato della morte del giovane Massimo Casalnuovo avvenuta nei pressi di un posto di blocco a Buonabitacolo.
La Corte di Appello, presieduta dal dottore Massimo Palumbo, mette in evidenza che la prova scientifica, fondata sull’analisi della micro traccia di vernice blu rinvenuta sotto la scarpa del Maresciallo Cunsolo, non è risultata in alcun modo risolutiva e l’accertamento chimico tra la micro particella e la vernice della scocca del motorino è risultato negativo.
“Il perito – si legge nelle motivazioni della sentenza – ha affermato l’impossibilità di sancire una corrispondenza sia chimica che cromatica tra i due reperti”.
L’altro accertamento tecnico che ha riguardato l’ammaccatura presente sulla scocca del motorino e che secondo la Corte di Appello di Potenza era “riconducibile ad una forza esterna che non poteva essere identificata in alcun fattore esistente sulla strada”, secondo la Corte di Appello di Salerno, invece, “non risulta affatto così certo”.
Secondo la Corte, inoltre, è stata accertata la mancanza di una correlazione tra la vernice della scarpa del Maresciallo e la striatura nera sulla moto.
“E’ oggettivamente impossibile – si legge – comprendere se quella deformazione possa essere stata causata dall’impatto con il suolo oppure causata dalla scarpa di Cunsolo, vista l’assoluta assenza di segnali unicamente riconducibili all’una o all’altra tesi. La deformazione potrebbe essere preesistente“.
Secondo le prove scientifiche, dunque, “non vi è dimostrazione del gesto del Maresciallo”.
L’elemento decisivo della Corte di Appello, inoltre, risulta essere la lesione alla caviglia sinistra del Maresciallo, refertata presso l’ospedale di Polla. Una lesione che sarebbe compatibile con l’investimento della ruota del motorino.
Non sono state ritenute di supporto, inoltre, le dichiarazioni dei testimoni a causa di alcune contraddizioni.
Nel luglio 2013 Cunsolo, occorre ricordare, è stato assolto dal Tribunale di Sala Consilina con formula dubitativa dall’accusa di omicidio preterintenzionale perché il fatto non sussiste mentre nel dicembre 2015 la Corte d’Assise di Potenza ha condannato il Maresciallo dell’Arma alla pena di 4 anni e 6 mesi con interdizione per 5 anni dai pubblici uffici per il reato di omicidio preterintenzionale.
Il 4 dicembre 2017 la Suprema Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna della Corte di Assise di Appello di Potenza con remissione degli atti presso la Corte d’Appello di Salerno per un processo bis.
Infine, lo scorso 6 maggio, è arrivata l‘assoluzione della Corte d’Appello di Salerno perchè il fatto non sussiste.
– Claudia Monaco –