Il Segretario territoriale del sindacato Nursind Salerno, Biagio Tomasco, ha inviato una richiesta urgente di valutazione del rischio da stress al lavoro al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) del Ruggi, al Commissario Straordinario dell’ASL Salerno, al Direttore del Dipartimento di Prevenzione AOU del Ruggi, al Direttore di Prevenzione dell’ASL Salerno e al Governatore della Regione Campania.
“Stamattina abbiamo avuto la perdita di un lavoratore, un collega, un caro amico, ma soprattutto un uomo che aveva la responsabilità di accudire la sua famiglia– racconta Biagio Tomasco – Lo hanno trovato morto sul divano di casa dopo l’ennesimo turno di lavoro e non ha avuto nemmeno la forza e il tempo di andare a riposare nel suo letto. Tutto questo è umanamente inaccettabile e grida vendetta al cielo. Non voglio fare polemiche sterili o pretestuose ma elencare un fatto: nell’ultimo mese nell’ospedale di Vallo della Lucania, ospedale dove lavorava il nostro amico, si sono verificati 5 casi d’infarto che purtroppo sono culminati nell’episodio si oggi. Cosa è stato fatto e cosa si vuol fare per capire cosa stia succedendo?”.
Tomasco spiega come negli ospedali ci siano organici non adeguati al volume di prestazioni che vengono erogate, continuo ricorso al lavoro straordinario (cosa espressamente vietata dalle norme vigenti), non vengono rispettate le norme che prevedono 11 ore di riposo garantito tra un turno e l’altro e la mancata rilevazione dello stress da lavoro.
“Magari a qualcuno tutto questo sembrerà irrilevante – aggiunge – ebbene a quel qualcuno diciamo di venire a vedere, a toccare con mano lo stato in cui versa l’assistenza sanitaria, che certamente non è nemmeno lontanamente parente di quella sanità svedese che qualcuno ama tanto sbandierare. Intanto chi muore è chi lavora”.
Il Nursind chiede l’elenco del personale in servizio al 31 dicembre del 2018 suddiviso per ruolo, categoria e livello, i volumi di attività di lavoro straordinario erogati per singolo macrocentro e Unità Operativa, riscontri sul mancato godimento delle 11 ore di riposo, riscontro su tutti gli ordini di servizio emessi nei vari macrocentri, sugli accessi dei singoli Pronto Soccorso e contestuali ricoveri effettuati in soprannumero. Chiedono anche il riscontro sulla valutazione dello stress da lavoro correlato effettuato negli ultimi 10 anni e il riscontro del Documento di Valutazione del Rischio Aziendale.
“Vogliamo ricordare – conclude – che per la valutazione del rischio da stress lavoro correlato, la Commissione Consultiva Permanente si era espressa, attraverso la circolare del 18 novembre 2010, in merito alle tempistiche da rispettare, imponendo tra gli altri, l’obbligo per i datori di lavoro di ripetere la valutazione con una frequenza non inferiore ai tre anni, salvo che gli esisti delle valutazioni pregresse non indichino situazioni di disagio che inducano ad adottare provvedimenti più restrittivi e tempistiche più ravvicinate. Vogliamo sapere, e con immediatezza, se tanto sia stato rispettato, lo dovete al nostro collega che non c’è più”.
– Annamaria Lotierzo –