E’ stato condannato a due anni di reclusione Pantaleo D’Addato, accusato di omicidio colposo aggravato dopo la morte di Maria Dorotea Di Sia, la 25enne di Santa Marina e che aveva studiato al Liceo Artistico di Teggiano che perse la vita in un incidente stradale a Bisceglie il 13 maggio del 2014. Questo quanto deciso dai giudici della Corte di Appello di Bari.
Ricordiamo che in primo grado il giudice del Tribunale di Trani aveva stabilito per D’Addato la pena di tre anni di reclusione, oltre alla revoca della patente di guida, alla confisca dell’auto e all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Il pubblico ministero aveva proposto appello contro la sentenza di condanna emessa in primo grado, ritenendo troppo lieve la condanna. Richiesta non accolta dalla Corte d’Appello barese che ha scontato di un anno la pena per il conducente dell’Audi A6 che si schiantò contro il pilastro di una villa in costruzione a Bisceglie la notte del tragico incidente.
I genitori di Maria Dorotea, Donato e Pietrina, che da anni si battono per rendere giustizia alla figlia e che da tempo attendevano l’esito dell’Appello, sono venuti a conoscenza dello sconto di pena in secondo grado soltanto attraverso una comunicazione giuntagli dalla Presidenza della Repubblica, a cui più volte avevano chiesto aiuto. Assicurando l’attenzione del Presidente Sergio Mattarella, avvisano che “da informazioni assunte risulta che la Corte di Appello di Bari, investita dall’impugnazione, il 9 luglio del 2018 ha dichiarato l’imputato definitivamente responsabile dei reati condannandolo alla pena di due anni di reclusione”.
Dunque, D’Addato era stato condannato in secondo grado già nel 2018, ma la famiglia Di Sia non era stata informata e quindi la sentenza è divenuta inoppugnabile per la scadenza dei termini.
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