Venerdì 6 novembre alle ore 11.00, nella Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, si terrà la conferenza stampa per la presentazione e il deposito della proposta di modifica della legge istitutiva del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, stilata dalla Comunità Montana Alburni, presieduta dal sindaco di Roscigno Pino Palmieri.
Ad un anno da quando i Comuni alburnini e i rispettivi rappresentanti istituzionali hanno iniziato a far sentire la propria voce circa le problematiche che vessano il territorio, l’Ente montano si muove adesso in direzione dei parlamentari per sottoporre alla loro attenzione l’ormai annosa questione.
Ondanews ha intervistato il Presidente della Comunità Montana Alburni, Pino Palmieri, in vista della conferenza di venerdì prossimo.
- Presidente Palmieri, in cosa consiste la proposta di modifica della legge 394/91 che istituisce il Parco e che presenterete a Roma il 6 novembre?
Sostanzialmente si tratta di rivedere la perimetrazione del territorio del Parco, snellire la burocrazia e mettere un argine ai troppi vincoli imposti. Inoltre la nostra proposta si prefigge soprattutto l’obiettivo di far sì che le scelte vengano prese dal territorio e non più dall’alto.
- Cosa è cambiato da un anno a questa parte, quando avete iniziato a far sentire la vostra voce?
Fino ad un anno fa la “questione Parco” non esisteva. E’ stato grazie alla nostra azione che la politica e, soprattutto, l’opinione pubblica hanno prestato attenzione al problema.
- E i disagi che invece avete lamentato? Si sono attenuati o sono peggiorati?
La situazione al momento è ferma. A livello normativo è in evoluzione e infatti il 6 novembre avrà inizio l’iter legislativo.
- Come si spiega che questa proposta parta soltanto dagli Alburni e nessun altro territorio rientrante nella perimetrazione del Parco Nazionale si sia mosso in tal senso?
Perchè noi siamo il territorio più penalizzato. Mentre altri combattono per l’occupazione delle poltrone del Parco, noi lottiamo per la sopravvivenza. Vincoli, divieti, viabilità, abbandono e tanto altro, sono queste le nostre emergenze.
- Crede che questo lungo commissariamento dell’Ente e la mancanza di un Presidente influiscano anche sulla gestione dei problemi che colpiscono i territori?
Il Parco ha senza dubbio le sue responsabilità, ma anche noi sindaci abbiamo le nostre. Ognuno pensa a coltivare il proprio orticello. Così non andiamo da nessuna parte.
– Chiara Di Miele –
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