La mobilità sanitaria è un fenomeno dalle enormi implicazioni sanitarie, sociali, etiche ed economiche, che riflette le grandi diseguaglianze nell’offerta di servizi sanitari tra le varie regioni e, soprattutto, tra il Nord e il Sud del Paese. Nel 2021 la mobilità sanitaria interregionale in Italia ha raggiunto un valore di 4,25 miliardi di euro, cifra nettamente superiore a quella del 2020 (3,33 miliardi), con saldi estremamente variabili tra le regioni del Nord e quelle del Sud. Il saldo è la differenza tra mobilità attiva, ovvero l’attrazione di pazienti provenienti da altre regioni, e quella passiva, cioè la “migrazione” dei pazienti dalla regione di residenza.
La Fondazione GIMBE ha realizzato un report utilizzando i dati economici aggregati per analizzare mobilità attiva, passiva e saldi, e i flussi trasmessi dalle Regioni al Ministero della Salute per analizzare la differente capacità di attrazione delle strutture pubbliche e private di ogni regione per le differenti tipologie di prestazioni erogate in mobilità.
Nel 2021, secondo i dati della Fondazione GIMBE, in Campania si rileva un saldo negativo rilevante della mobilità sanitaria regionale, vale a dire lo spostamento delle persone che vanno a curarsi in altre regioni, che la colloca al secondo posto dopo la Calabria. Il saldo passivo è pari infatti a – 220,9 milioni di euro, con 173 milioni di crediti esigibili (la Campania si colloca in settima posizione per prestazioni erogate a cittadini non residenti) e 394 milioni di debiti nei confronti di altre regioni (si colloca in terza posizione per quanto riguarda il cosiddetto “indice di fuga”).
Coloro che da altre regioni giungono in Campania per curarsi rappresentano il 4,4% della mobilità attiva. Il 76,9% del totale del saldo passivo italiano (la migrazione dei pazienti dalla regione di residenza) si concentra in Calabria, Campania (con il 9,3%), Sicilia, Lazio, Puglia e Abruzzo.
Il volume dell’erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche da parte di strutture private è un indicatore della presenza e della capacità attrattiva del privato accreditato. Sempre secondo il rapporto GIMBE la Campania si colloca in settima posizione, con le strutture private che erogano il 56,6% del valore totale della mobilità sanitaria attiva regionale (media Italia 54,7%).