“Un’operazione di verità sulle procedure di mobilità avviate per 130 infermieri e 100 operatori socio-sanitari“. A chiederlo all’Asl Salerno è la Uil Fpl provinciale tramite il segretario Biagio Tomasco, che indirizza una richiesta di confronto ai manager dell’Azienda sul tema della ripartizione delle risorse lavorative.
“Entrando nello specifico della questione, come sindacato non possiamo esimerci dal far notare alcuni aspetti peculiari della vicenda, che a parere nostro rivestono un’importanza fondamentale – afferma Biagio Tamasco – Il primo riguarda quella che è stata la suddivisione delle unità infermieristiche e di operatori socio-sanitari da assegnare ai vari presidi dell’Asl Salerno. Immediatamente balza all’occhio che l’ospedale che è stato più attenzionato dai dirigenti dell’Azienda è quello del Dipartimento di emergenza e accettazione, di I livello di Nocera-Pagani, nel mentre l’altro Dea di I livello dell’Asl Salerno, quello di Vallo della Lucania, si è avuta sì un’assegnazione numerica simile, ma che percentualmente, soprattutto riguardo agli infermieri, non li mette sullo stesso piano. Sono quindi evidenti le discrasie tra i due plessi, sia in ordine alla dotazione di infermieri che di operatori socio-sanitari”.
“A tanto andrebbe ad aggiungersi la situazione degli altri due ospedali di Polla e Sapri – si legge nella lettera indirizzata ai vertici dell’Asl – che per il sindacato di categoria della Uil Fpl provinciale operano in zone di frontiera, avendo alle spalle un competitor attivo quale la regione Basilicata, che escono ridimensionati da questa suddivisione, soprattutto in ordine alla presenza di operatori socio-sanitari“.
Si mette quindi in discussione la ripartizione delle risorse lavorative “fatta in maniera poco oculata, con la zona a sud di Salerno penalizzata” secondo Uil Fpl provinciale.
“La ripartizione – dichiara Biagio Tomasco – va ad acuire le carenze che già preesistevano all’atto dell’emanazione del bando di mobilità, anche se le modalità di accesso alla mobilità hanno privilegiato in un certo qual modo gli aspiranti dei territori a sud della provincia di Salerno”.
“Confidando nel fatto che la mobilità abbia pieno successo – conclude Tomasco – ci permettiamo di osservare che se tanto non dovesse avvenire non ci sarebbe altra alternativa se non quella del concorso che, avendo esperito ogni utile tentativo attraverso non una, bensì due mobilità, andrebbe a colmare quelli che sono i vuoti di organico nei vari plessi ospedalieri dell’Asl Salerno“.
– Maria De Paola –