“Mio padre, bisognoso di cure, trattato male negli ospedali di Potenza e Pescopagano”.
E’ la denuncia di una figlia, Martina Coronato, di Satriano di Lucania che ha raccontato ad Ondanews alcuni episodi capitati prima al “San Carlo” del capoluogo e poi al “San Francesco di Paola”. A causa di problemi all’apparato respiratorio, il padre di Martina è stato prima ricoverato a Potenza e successivamente trasferito a Pescopagano.
Al “San Carlo” la stessa racconta che “durante la prima settimana di ricovero, mio padre era in grave carenza di ossigeno, diagnosticata poi come ipossiemia. Nonostante ciò non ha ricevuto subito l’adeguata quantità di ossigeno e non sappiamo il motivo. Lui è andato in confusione mentale, constatato dal fatto che ci telefonava assiduamente e ci raccontava storie senza senso. Più volte abbiamo segnalato questi episodi di confusione mentale, ma non è stato fatto niente di più che un semplice controllo neurologico e una tac per escludere l’ischemia”.
Successivamente il trasferimento a Pescopagano, nel reparto di Fisiopatologia Respiratoria.
“Qui – ha dichiarato Martina Coronato – incresciosi episodi con un dirigente medico. Spesso si parla di quanto siano importanti le componenti emotive nelle professioni, un buon insegnante deve essere in grado di comprendere e gestire le emozioni dei propri alunni, un buon impiegato deve essere paziente e gentile. Conosco infermieri e medici che hanno fatto dell’empatia la competenza imprescindibile per poter esercitare la propria professione. Purtroppo però in questa percentuale di medici dotati di sensibilità ed umanità non rientra questo dirigente medico di Pescopagano”.
Martina denuncia che durante un colloquio con il medico, “di fronte alla umana richiesta di informazioni e spiegazioni delle dimissioni di mio padre, di fronte all’umana richiesta di rassicurazioni sulle condizioni di mio padre, io e mia madre ci siamo ritrovate davanti un uomo superbo, pieno di sé, toccato nell’orgoglio al punto tale da cacciarci via dal suo studio disprezzando il fatto di averci conosciuto e augurandoci di non farci più vedere, negandoci in questo modo la possibilità di ricevere adeguate informazioni sulle condizioni di salute di mio padre”.
Episodi che hanno mandato su tutte le furie la famiglia di Satriano di Lucania: “Mio padre – ha aggiunto Martina Coronato – è arrivato all’ospedale di Pescopagano con le braccia ricoperte da ematomi ed escoriazioni sui polsi, naso rotto e sanguinante e in più, dopo aver passato diverse ore in questo ospedale, non era ancora stato medicato. E aggiungo che oggi i segni non sono ancora andati via del tutto”.
Oggi il padre è a casa “ma i danni riportati dall’ossigenoterapia non gli permettono ancora di condurre una vita normale. Per questo ci siamo chiesti, essendo l’ossigenoterapia così invasiva, non esisteva alcuna protezione da potergli dare?”
Martina ha anche scritto una lettera all’assessore alla Sanità della Regione Basilicata, Rocco Leone, “a cuore aperto, il cuore di una figlia che ha visto suo padre soffrire”, come lei stesso sottolinea. Ma ad oggi nessuna risposta è arrivata.
– Claudio Buono –