Gli occhi di Mimma sono gli occhi di una persona coraggiosa che ha messo da parte il timore per fare spazio alla generosità. Perchè solamente una persona generosa riesce ad aprirsi e raccontare la drammatica esperienza che ha vissuto per metterla al servizio degli altri in modo da far capire che una soluzione c’è. Gli occhi di Mimma sono gli occhi di una persona che ha guardato in faccia il nemico che ha tentato di annientare la sua famiglia, sono occhi gonfi di lacrime e di amore e che lasciano un segno nelle persone che incontra.
Gli occhi di Mimma lasciano spazio a questa lettera che ha scritto per raccontarci che suo figlio tossicodipendente da due mesi si trova presso una comunità e sta uscendo da quello che lei stessa definisce tunnel. Gli occhi di Mimma sono gli occhi di una madre e da madre apre il suo cuore e lancia un appello.
Mi rivolgo a tutti i genitori che vivono storie atroci dei propri figli. Sono Mimma e sono stata costretta ad affrontare una realtà dolorosa e disarmante: mio figlio era un tossicodipendente. Tutto era incomprensibile, facevo fatica a riconoscere mio figlio, “violato” e senza forze ma dovevo accettarlo e mi chiedevo: ”Ma come fa una mamma ad accettare questo?”. Lui che era un ragazzo solare, umile e che amava la vita ma allo stesso tempo era un ragazzo fragile ed insicuro o forse troppo spavaldo e incosciente.
Al principio la droga sembra una bravata da ragazzini ma in breve tempo prende il sopravvento e mostra il suo volto più feroce: la dipendenza e la schiavitù. Certamente non lo abbiamo trascurato, non lo abbiamo “scusato”, non lo abbiamo lasciato abbandonare a se stesso. Eppure non è bastato, il suo nemico a noi tutti invisibile predominava su di lui.
Ma in tutto questo dolore, proprio lì, in fondo al tunnel è arrivata una luce, abbiamo conosciuto persone specializzate e il cuore si è allargato di gioia: la comunità, finalmente! Un posto dove chiedere di essere ascoltati e mai giudicati, dove insieme si crea una grande forza, una famiglia insomma.
Mio figlio è in comunità da due mesi e sta ricostruendo sé stesso così come noi stiamo ricostruendo la nostra vita qui.
In tutto questo inferno che abbiamo vissuto mi sento di dire una cosa importante: l’isolamento e l’omertà sono la strada più sicura per lasciare morire il proprio figlio, così come la finzione di avere il problema sotto controllo e l’alibi di sperare che sia solo un periodo. Beh, tutto questo non fa di noi buoni genitori ma complici degli spacciatori che sfruttano la debolezza dei nostri figli.
Quando ho chiesto solidarietà e aiuto molte persone e molte famiglie hanno voltato le spalle (ma altre per fortuna hanno compreso) pensando che il problema fosse solo mio, non mi hanno voluto ascoltare. Sarà per vergogna? Paura? Incoscienza? Io invece penso per vigliaccheria e irresponsabilità.
Avere un figlio con problemi di dipendenza non è una colpa ma è una colpa lasciarlo solo di fronte a questo dramma. Ci sono stati ruoli e decisioni importanti che abbiamo dovuto assumerci con tanta fatica e dolore e non importa come mio figlio mi dava contro e quante volte sono corsa in ospedale per rianimarlo, mio figlio è vivo! Ora sta crescendo sano e “pulito”.
Non abbiate vergogna e non abbiate paura. Lottate e fate sentire il vostro grido d’aiuto.
Grazie alla comunità “La Tenda” il nostro grido d’aiuto è stato ascoltato: mio figlio è lì che riceve l’insegnamento più prezioso ovvero il valore della vita.
E lì, grazie alla comunità, mio figlio ritornerà sano e degno di un amore ancora più grande.
Mimma, una mamma di Atena Lucana