Lettera aperta alla redazione di Cinzia Di Candia di Teggiano
L’ospedale di Polla è spesso decantato per le sue carenze, vengono sottolineati il più delle volte gli aspetti negativi, poche volte viene premiato il lavoro di chi ogni giorno si prodiga per la salute del prossimo. Per questi motivi ho deciso di ringraziare pubblicamente i medici e gli infermieri del “Luigi Curto” che sono stati al mio fianco e del mio neonato.
A solo un mese dalla nascita il mio piccolo Gioele si è positivizzato al Covid, inizialmente non credevo che le sue condizioni si sarebbero aggravate al punto da doverlo portare al Pronto Soccorso, invece hanno preso il sopravvento la febbre alta e la tosse, mio figlio respirava in modo anomalo e non sapevo cosa fare. Nel frattempo a casa siamo risultati tutti positivi al virus e avevo paura di uscire. E’ la seconda volta che il Covid “viene a farci visita”. Ho realizzato però che la salute del mio bambino era una priorità, quindi ho preso l’auto e mi sono diretta a Polla. Arrivata in Pronto Soccorso ho iniziato a suonare il clacson affinché venisse qualcuno in nostro aiuto. E’ arrivata subito un’infermiera, Irene, e dopo averle spiegato la nostra situazione, ha preso Gioele tra le braccia e l’ha fatto visitare dal medico. Il personale medico e sanitario è stato davvero molto gentile, sono potuta restare con mio figlio in totale sicurezza in un momento così buio nonostante io fossi positiva (solitamente le persone appena sentono solo nominare la parola “Covid” scappano via).
Le condizioni di Gioele erano gravi, ma non preoccupanti. E’ stato sotto osservazione per diverse ore, poi siamo tornati a casa. A quel punto Irene si è rivelata il nostro angelo custode, nonostante l’Usca ci abbia mandato un pediatra a casa per controllare Gioele, lei ci ha monitorati per tutto il tempo. Grazie alle foto e ai video che le mandavo i medici sono rimasti costantemente aggiornati sulle condizioni di salute del mio bambino. Ringrazio i dottori Filpo, Vassallo e D’Alvano che hanno avuto a cuore giorno e notte la sua salute.
Dopo circa una settimana di cure, domenica scorsa Gioele ha avuto un crollo totale: febbre altissima e tosse. Il paracetamolo non aveva alcun effetto sul suo piccolo corpo, la temperatura scendeva per al massimo mezz’ora. Volevo portarlo all’ospedale di Napoli perché lì hanno tutti gli strumenti per i pazienti affetti da Covid così piccoli, però i medici sono rimasti sempre al nostro fianco e fortunatamente Gioele è stato meglio. Ora è ancora positivo, le sue condizioni sono migliorate nonostante io senta ancora la fatica nel suo respiro a causa dei muchi.
Gioele è un piccolo guerriero, è venuto al mondo in anticipo poiché a causa di una caduta mi si è fratturato il bacino. Ancora una volta l’ospedale di Polla ci ha assistiti, in particolare il dottore Squitieri. E’ stata dura per entrambi, ma vediamo “la luce in fondo al tunnel” e questo solo grazie all’aiuto e al costante sostegno che l’ospedale di Polla, con i suoi medici e infermieri, ha saputo darci. Il nostro territorio ha una struttura di grande valore ed è giusto che ognuno di noi faccia il possibile affinché la sanità resti a due passi da casa nostra. Immaginate me e il mio neonato soli a dover raggiungere come primo ospedale Potenza o Salerno, ad esempio. Grazie ancora a tutti i medici e sanitari dell’ospedale di Polla, ai reparti di Ginecologia e di Pediatria, al dottore D’Alvano che mi ha chiamata anche di notte per sapere di Gioele e grazie ad Irene che è rimasta con noi anche al di fuori dei suoi turni lavorativi.