“Se una città come Eboli, tra le più accoglienti in Campania, dove dall’ inizio del nostro insediamento tutte le azioni di politiche sociali sono state informate ai temi dell’inclusione e dell’accoglienza dei minori stranieri, viene tacciata di insensibilità, allora deve scattare un allarme generalizzato per la disinformazione, che se interessata diventerebbe un fenomeno inquietante”.
E’ quanto dichiara il sindaco di Eboli Massimo Cariello dopo le posizioni espresse da settori ideologizzati dell’opinione pubblica a seguito della bocciatura di 8 progetti per l’accoglienza di 52 bambini profughi.
“Basterebbe guardare alle iniziative sociali legate alla scuola – continua Cariello – per verificare come questa amministrazione sia sensibile ad integrare i minori stranieri e magari chiedere scusa alla città infangata con dichiarazioni irreali, intrise di odio. Per i bambini e per la famiglie con minori, italiani o stranieri, il nostro impegno è totalizzante. In due anni e mezzo abbiamo favorito i servizi all’infanzia, con progetti innovativi che favorissero integrazione e inclusione dei tanti minori stranieri. Eboli, in Campania, con il 14%, è seconda solo a Castelvolturno per presenza di stranieri residenti. Abbiamo aderito, come Comune e Piano di Zona, al progetto per l’intercultura, con coinvolgimento del MIUR e delle scuole del territorio, teso a sensibilizzare tutti ai temi dell’accoglienza. Abbiamo detto no ai bambini non accompagnati? Non è vero, abbiamo solo rifiutato che sul nostro territorio proliferassero centri di accoglienza che, come gestiti attualmente, non saremmo riusciti a controllare come vorremmo”.
Sul tema dei servizi per l’infanzia, anche per i minori stranieri, si sofferma anche l’assessore alle Politiche Sociali Lazzaro Lenza: “Siamo partiti dalla primissima infanzia – dichiara – con l’istituzione di nidi e ludoteche gratuiti collocati in un quartiere ad alta prevalenza di disagio minorile; abbiamo finanziato servizi utili alla prevenzione dell’istituzionalizzazione e della dispersione scolastica, con metodologie diverse per ridurre al minimo le difficoltà di ambientamento e di integrazione dei piccoli. Inoltre, abbiamo colto con successo ogni occasione di finanziamento pubblico per alleviare le difficoltà delle mamme lavoratrici italiane e straniere, realizzando nelle aree a più alta prevalenza di immigrazione economica servizi per la mediazione culturale e linguistica”.
– Claudia Monaco –
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