Resta alta l’attenzione da parte dell’associazione “Salute e Vita” sui danni alle persone e all’ambiente causati dai miasmi delle Fonderie Pisano.
“Anche oggi, in queste ore, ci arrivano diverse segnalazioni di persone avvelenate dalle Fonderie Pisano che, a causa degli odori nauseabondi (i quali, tra l’altro, sono il segnale, ricordiamo, delle ben più pericolose polveri sottili), non possono nemmeno tenere le finestre della propria casa aperte – fanno sapere dall’associazione – Chiediamo pertanto ai cittadini di Salerno, Baronissi, Pellezzano e di qualsiasi altro comune in cui arriva questa puzza inconfondibile, di inviare segnalazione quando l’aria irrespirabile rende la vita dei residenti (che non sono solo quelli della Valle dell’Irno) un vero inferno”.
Per fermare i miasmi di Fratte, l’associazione propone la compilazione di un form al link forms.gle/KRfMZRxQBxiJMhCd6 oppure l’invio di un’email, preferibilmente ad un indirizzo di posta certificata, tra i seguenti ssa41033@pec.carabinieri.it, noesacdo@carabinieri.it, arpac.dipartimentosalerno@pec.arpacampania.it, dip.prevenzione@pec.aslsalerno.it, uod.501708@pec.regione.campania.it, uod.501709@pec.regione.campania.it e protocollo@pec.comune.salerno.it affinché si possa procedere ad una mappatura del territorio.
“È grazie alla politica complice rappresentata, tra gli altri, da Vincenzo De Luca e Fulvio Bonavitacola alla Regione Campania e da Vincenzo Napoli, Arturo Iannelli e Massimiliano Natella al Comune di Salerno se questi miasmi entrano fin dentro le nostre case ogni qualvolta la fabbrica è in funzione – prosegue il presidente Lorenzo Forte – Nulla si sta facendo per risolvere questa vicenda: abbiamo ricevuto solo promesse e parole al vento, ma nessun atto concreto volto a fermare il disastro ambientale in atto”.
Lorenzo Forte conferma l’ostinazione verso la salvaguardia della salute: “Non ci arrenderemo fino a quando non avremo raggiunto i nostri obiettivi: chiusura dello stabilimento, bonifica delle aree, creazione di un parco verde per restituire ed indennizzare la popolazione dopo la bonifica a carico dei Pisano e reinserimento nel mondo del lavoro degli operai”.