Prende il via “Dillo a Ondanews“, la rubrica di approfondimento sociale che dà voce ai lettori che ritengono di essere stati vittime di un’ingiustizia, di aver subito un disservizio o la violazione di un diritto essenziale, ma anche a chi è stato protagonista di una storia di buona o cattiva sanità o, ancora, di un evento che risalti in maniera positiva l’azione di un Ente, di un’associazione, delle Forze dell’Ordine o di un semplice cittadino.
Ospite di questa puntata è Natalino Trotta, residente a Teggiano, che ha contattato la redazione di Ondanews per raccontare la difficile vicenda che ha coinvolto sua suocera nei mesi scorsi e le difficoltà incontrate nel rapportarsi con la Sanità campana, ma anche la sensibilità e l’attenzione mostrata da un medico in forza all’ospedale “Luigi Curto” di Polla.
La suocera del signor Trotta, affetta da trombocitemia essenziale, patologia caratterizzata da una esuberante produzione di piastrine da parte del midollo osseo, da circa 10 anni veniva curata con scrupolosità dalla dottoressa Focarile, Responsabile dell’Unità di Ematologia del “Curto”. Nell’aprile dello scorso anno, a causa della febbre alta e dei valori poco confortanti, l’anziana viene ricoverata e così i familiari scoprono che la malattia è degenerata in leucemia acuta. Non sentendosela di portare una persona avanti negli anni e debilitata all’ospedale di Potenza per le necessarie terapie per acuti, la famiglia Trotta sceglie l’opzione delle cure tramite “Day Hospital” ma, dopo qualche giorno, la doccia fredda: non si può procedere con la terapia in quanto non è stato rinnovato il contratto che prevede il trasporto fino a Polla dei farmaci necessari alla cura. La povera anziana inizia, dunque, ad aggravarsi ogni giorno che passa e, dopo un ricovero presso il “San Carlo” di Potenza, vive la sua ultima settimana prima di spegnersi nell’Hospice di Sant’Arsenio.
Il genero, dopo qualche mese, ha deciso di raccontare questa amara vicenda, per impedire che altri si trovino a dover affrontare le stesse difficoltà che ha vissuto la sua famiglia, ma anche per evidenziare l’umanità e la professionalità di alcuni medici incontrati al “Curto” e nell’Hospice, nonostante la drammatica evoluzione delle condizioni di sua suocera.
– Chiara Di Miele –
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