Sono stati diffusi dal Ministero della Salute i dati sul randagismo 2020 trasmessi dalle Regioni e dalle Province autonome. Rispetto al 2019, a livello nazionale sono diminuiti gli ingressi nei canili sanitari. Per contro, sono aumentati i cani adottati e i gatti sterilizzati. Lo rende noto l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).
L’andamento resta piuttosto positivo: meno ingressi nei canili sanitari e più adozioni. Si registra nel 2020 però un aumento di 1.442 ingressi nei canili rifugio. Nel 2020 risultano 76.192 gli animali entrati nei canili sanitari e 42.665 nei rifugi (nel 2019 erano, rispettivamente, 86.982 e 45.695). I cani adottati complessivamente sono 42.360 e i gatti sterilizzati 61.749 (nel 2019 erano, rispettivamente, 29.512 e 61.588).
Come riconosce il Ministero della Salute “negli ultimi venti anni in Italia sono state emanate diverse norme per la tutela degli animali da affezione e la lotta al randagismo. Tuttavia l’attività ispettiva e il monitoraggio effettuati sul territorio hanno messo in evidenza molte criticità sull’applicazione delle disposizioni vigenti”.
“Nel confrontare i dati del 2020 e del 2019 va anche tenuto conto del periodo di lockdown, che ha reso più difficile il monitoraggio regionale e forse il salvataggio di molti animali, nonostante gli sforzi dei volontari e delle associazioni – commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto – I cani abbandonati sono sempre tanti e, laddove le campagne di sterilizzazione sono lacunose, le molte femmine vaganti partoriscono cuccioli che, quando non muoiono di stenti, di malattia o d’incidente, diventando adulti alimentando la popolazione di randagi“.
Le Regioni sono tenute, sentite le associazioni che operano in ambito regionale, ad adottare un programma di prevenzione del randagismo, ma i fondi non sono mai sufficienti a lenire questa grave piaga sociale. Nel 2020 l’Oipa ha dato in adozione 3.586 animali (3.105 nel 2019), ne ha soccorsi e curati 3.672 (1.503 cani, 1.773 gatti e 396 di altre specie) e raccolti 31.290 kg di cibo, secco e umido (24.098 nel 2019).
“Si tratta di un dato molto positivo, reso possibile tanto dall’aumento del numero dei nostri volontari quanto da una maggiore sensibilità dimostrata dalle persone nei confronti degli animali senza casa – continua Comparotto – Nonostante il lockdown, che ha significato un minor numero di banchetti informativi, manifestazioni e giornate formative, le nostre azioni a favore di cani e gatti in difficoltà sono cresciute. Nel complesso, abbiamo registrato una maggiore disponibilità delle persone e l’arrivo di sempre nuovi volontari nella nostra associazione ha reso possibile questo positivo bilancio“.