Ci sono anche due persone domiciliate a Sala Consilina tra i destinatari delle misure cautelari emesse ieri mattina tra Cosenza e altri centri dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, dal personale delle Squadre Mobili delle Questure di Cosenza e Catanzaro e del Servizio centrale Operativo di Roma, dai Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, dal Nucleo di Polizia Valutaria di Reggio Calabria, con il GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e lo SCICO di Roma, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. L’ordinanza cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro, riguarda 202 indagati sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo, tra cui associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dalle modalità e finalità mafiose, associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi anche d’azzardo e di scommesse, delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori, nonché in ordine ad altri numerosi delitti, anche aggravati da modalità e finalità mafiose.
Le persone arrestate a Sala Consilina, di origini calabresi, sono state condotte in carcere.
Contestualmente è stato eseguito, a cura dei Finanzieri GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e SCICO di Roma, il sequestro preventivo d’urgenza di beni immobili, aziende, società, beni mobili registrati riconducibili a numerosi indagati per un valore stimato di oltre 72 milioni di euro e consistenti in 78 fabbricati, tra cui 5 ville, 44 terreni, per un’estensione complessiva di 26 ettari, in vari comuni della provincia di Cosenza, 57 quote di partecipazioni in attività produttive e commerciali al dettaglio e all’ingrosso in diversi settori (ristorazione con somministrazione, bar, abbigliamento, produzione energia elettrica, agricoltura, lavanderie e lavanderie industriali, servizi nel settore dello spettacolo, noleggio attrezzature per spettacoli ed eventi, formazione culturale, edile), 39 complessi aziendali anche di imprese del settore del “gaming” (scommesse online e sale giochi e biliardo), 20 ditte individuali attive nei vari settori delle attività produttive e commerciali (ristorazione, strutture turistiche e ricettive, agricoltura, bar, supporto rappresentazioni artistiche, intermediazione finanziaria), 7 associazioni non riconosciute impegnate prevalentemente in ambito sportivo e ricreativo, uno yacht, un aeromobile ultraleggero, un natante, 70 auto e 7 moto.
Ci sono i nomi di tre personaggi politici nella maxi operazione della DDA di Catanzaro tra cui il sindaco di Rende e presidente di Anci Calabria, Marcello Manna. Con lui sono coinvolti l’assessore ai Lavori pubblici Pino Munno e l’assessore alla Manutenzione e al decoro urbano di Cosenza, Francesco De Cicco. Tutti e tre ai domiciliari. Nell’inchiesta sono coinvolti anche noti professionisti cosentini e i principali clan della ‘ndrangheta del Cosentino.
La gravità indiziaria ha riguardato la struttura e il modus operandi di una delle articolazioni criminali dedite al traffico e allo spaccio diffuso di sostanze stupefacenti di vario genere, nel quadro di quello che viene ipotizzato come il “Sistema” che governa tutti i rapporti tra i vari sottogruppi criminali di Cosenza e del suo hinterland. Ha riguardato inoltre attività illecite poste in essere dagli indagati per i quali si è ipotizzato un ruolo preminente rispetto all’attuale operatività dei consorzi criminali, nonché i vari settori di operatività correlati alle ipotizzate fattispecie penali. Nell’ordinanza cautelare è stata ritenuta la gravità indiziaria, tra l’altro, per i delitti di concorso esterno in associazione mafiosa, numerose ipotesi di condotte estorsive tentate e consumate, concorrenza illecita, rapina, tentato omicidio, lesioni aggravate, reati in materia di armi, usura, con correlati delitti di estorsione per la riscossione delle rate del credito usuraio, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, utilizzo da parte di detenuti di dispositivi cellulari all’interno del carcere, scambio elettorale politico-mafioso ipotizzato con riguardo ad una competizione elettorale amministrativa, truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche con riguardo a iniziative imprenditoriali, reati contro la pubblica amministrazione, violenza o minaccia per costringere alla commissione di falsa testimonianza, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, detenzione e cessione di marijuana, hashish, eroina e cocaina.