“Le equilibriste: la maternità in Italia nel 2023” è il titolo della pubblicazione di “Save the Children” che approfondisce la condizione della maternità in Italia: divario di genere nel lavoro e nella cura familiare, il vissuto difficile delle mamme tra parto e conciliazione dei carichi di lavoro e di cura. Nel 2022 è stato raggiunto il nuovo record minimo di nascite che scendono per la prima volta sotto le 400mila.
La bassa fecondità nel nostro Paese è frutto di molte dinamiche, strettamente connesse al mercato del lavoro, alla carenza dei servizi e alla distribuzione dei carichi di cura familiare. Per sostenere la genitorialità occorre intervenire in modo integrato su più livelli, potenziare il sostegno economico alle famiglie con minori, a partire da tutte quelle che vivono in condizioni di difficoltà. Allo stesso tempo, in un Paese dove il numero dei giovani fuori dai percorsi di formazione, studio e lavoro raggiunge una delle percentuali più alte in Europa, è indispensabile garantire ai più giovani l’autonomia abitativa e condizioni lavorative dignitose. I pochi bambini che nascono oggi dovrebbero poi vedere assicurato l’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia così come alle cure pediatriche.
“Eppure sappiamo che questi diritti fondamentali non sono assicurati in tutto il Paese dove permangono, come dimostra l’Indice regionale, gravissime disuguaglianze territoriali” dichiarano da “Save the Children”.
Campania e Basilicata escono con le ossa rotte dalla classifica regionale sul valore del Mother’s Index, che rappresenta il termine di riferimento rispetto al quale cogliere una condizione socio-economica più favorevole per le donne. Nelle prime tre posizioni della classifica delle regioni, troviamo regioni o province autonome del Nord con valori decisamente più alti rispetto alla media nazionale (Provincia autonoma di Bolzano, Emilia Romagna e Valle d’Aosta). A queste tre seguono in virtuosità regioni del Nord e del Centro (Toscana e Umbria).
Al contrario, le regioni del Mezzogiorno si posizionano tutte al di sotto del valore di riferimento Italia. In particolare, il 14° posto della graduatoria è occupato dal Molise mentre il 21° posto dalla
Basilicata (tra la Provincia autonoma di Bolzano e la Basilicata vi sono ben 34,517 punti). L’Indice delle Madri per regione è il risultato di un’analisi basata su 7 dimensioni: demografia, lavoro, servizi, salute, rappresentanza, violenza, soddisfazione soggettiva, per un totale di 14 indicatori da diverse fonti del sistema statistico nazionale.
“Noi di Save the Children vogliamo che ogni bambina e ogni bambino abbiano un futuro – affermano -. Lavoriamo ogni giorno con passione, determinazione e professionalità in Italia e nel resto del mondo per dare alle bambine e ai bambini l’opportunità di nascere e crescere sani, ricevere un’educazione ed essere protetti. Quando scoppia un’emergenza, siamo tra i primi ad arrivare e fra gli ultimi ad andare via. Collaboriamo con realtà territoriali e partner per creare una rete che ci aiuti a soddisfare i bisogni delle e dei minori, garantire i loro diritti e ad ascoltare la loro voce. Miglioriamo concretamente la vita di milioni di bambine e di bambini, compresi quelli più difficili da raggiungere“.