“I festeggiamenti in onore della Madonna di Viggiano, Regina e Patrona della Lucania, ravvivano da secoli le speranze dei tanti fedeli raccolti in preghiera. Anche quest’anno il programma delle celebrazioni liturgiche e civici, che si rivolgerà a circa 130mila pellegrini, si presenta ricco di momenti significativi e mi riempie di orgoglio la possibilità che avrò di consegnare, assieme al Sindaco, le Chiavi della Città alla Madonna Nera. Per un credente questi gesti simbolici assumono un significato particolare e rimangono scolpiti nella memoria e nel cuore, esattamente come l’atmosfera che si crea con l’accoglienza della statua e durante la processione verso il Sacro Monte, sito candidato dalla Regione Basilicata a Patrimonio Unesco”.
È quanto dichiara il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.
“In questi anni di governo della Regione – prosegue il Presidente – ci siamo trovati a gestire situazioni imprevedibili, in primis la pandemia, e abbiamo concentrato tutte le nostre energie per migliorare la qualità della vita della nostra gente. Abbiamo trovato soluzioni per vecchi problemi, ma lo scenario internazionale ha ampliato il quadro delle criticità sul piano economico e sociale, spingendoci talvolta a rivedere le priorità per il rilancio dei diversi comparti. Momenti di raccoglimento e di condivisione come quello legato alle celebrazioni della Madonna di Viggiano ci aiutano a ritrovare la giusta energia per portare a termine il delicato compito che ci hanno affidato i cittadini lucani”.
I festeggiamenti in onore della Madonna Nera si dividono in due momenti dell’anno: nella prima domenica del mese di maggio la statua viene portata, all’interno di una teca, dal centro di Viggiano al Santuario del monte, mentre la prima domenica di settembre la statua fa il percorso inverso. Questa celebrazione è preceduta da una processione del pellegrino che si tiene il sabato precedente.
La leggenda narra che l’immagine sacra fosse venerata sin dagli albori del Cristianesimo nell’antica città di Grumentum. Quando questa fu distrutta dai Saraceni, la statua sarebbe stata nascosta in una buca, ancora oggi visibile alle spalle dell’altare maggiore e ritrovata grazie all’apparizione di misteriosi fuochi.