“I segni dei tempi sono chiari: chi detiene il potere (che dovrebbe essere esercitato per rendere un onesto servizio alla collettività) sta diventando sempre più insofferente alle critiche. L’azzeramento della vita democratica di alcune comunità, poi, viene fatta passare come benefico effetto di una presunta quanto inesistente concordia. I volti degli stessi procacciatori di danni per il territorio, infine, sono riconoscibili nelle primissime file delle manifestazioni di protesta, quasi a ricordarci che gli stessi hanno monopolizzato di diritto i processi di formazione delle coscienze (cosicché non esiste più consapevolezza della realtà che non sia quella tangibile, salese o teggianese, di parte o di casta)“. Inizia così un comunicato stampa del Codacons Vallo di Diano a firma del responsabile della sede Roberto De Luca.
“Chi ardisse mettersi contro questo sistema totalizzante sarebbe immediatamente messo al bando. – scrive De Luca – In questo modo viene a formarsi una comunità che indulge per lo più nella celebrazione del nulla, che impera sovrano nel deserto sociale e culturale che, per la serenità della casta locale, avvolge l’intero comprensorio“.
“Questa premessa – spiega – dovrebbe servire a ricordare alla stessa casta che altrove esiste una realtà meno difficile che quella fatta di assenza di servizi essenziali, di minime prospettive occupazionali per le giovani generazioni, di piccole e grandi illegalità, di palese e diffuso deficit democratico. Per questo i cittadini del Vallo di Diano sono oggi costretti a estenuanti lotte di retroguardia, ancorché legittime e doverose, sulla sanità e sul diritto alla salute, sui trasporti pubblici, sulla viabilità, sull’ambiente e, in generale, sui servizi essenziali. In queste lotte, nascosti dietro le quinte, oppure in prima fila, gli stessi che hanno causato l’arretramento sociale della vallata. Nelle seconde e nelle terze file il vuoto, affinché la casta continui a fiorire nei propri interessi e a irridere chi gli si para di fronte con argomentazioni serie“.
“Questo lo diciamo – conclude il responsabile della sede valdianese a tutela dei consumatori – per rispondere a quanti pensano che un’associazione come il Codacons debba tacere su fatti che toccano da vicino ogni famiglia e ogni cittadino del Vallo di Diano. Inoltre, lo diciamo anche per far comprendere quanto il destino di questa vallata ci stia a cuore, al di là della propensione all’affarismo che notoriamente appartiene ad alcuni membri della casta, ma di certo non fa parte delle caratteristiche di chi, da anni, è schierato dalla parte dei diritti dei cittadini“.
– redazione –
Analisi /denuncia estremamente onesta.colta e corretta Grazie a nome di tutti coloro che la casta la subiscono.ahimè.passivamente!il problema è che la forma mentis del “stai zitto nn farti sentire”e’ radicata anche nei giovani xche la casta e’ cm la mafia:ha radici anche familiste..quasi tribali.Difficile trovare un figlio della casta privo di occupazione.difficile trovare un figlio della casta che nn venga chiamato a fare lo scrutatore..insomma…”piccole”eterne,consuete mafie
Occorre riconoscere al Prof. Roberto De Luca e al Codacons Vallo di Diano il pregio della chiarezza delle idee e, direi, la “spietatezza” nella funzione critica, organizzata senza paura e senza pietà per svegliare le genti di scegliere autonomamente e senza mediazioni il proprio destino. Sottoscrivo in pieno le denunce come l’incitamento a riscoprire le identità e la partecipazione. Servono lezioni giornaliere del genere per sollevare i cittadini del Vallo di Diano dalla sua secolare rassegnazione e accettazione di un destino che, sembra già scritto.
È, dunque, questa comunità intera che deve rimettersi in piedi. È il territorio come unità geografica e antropologica che deve farsi “comunità politica” in grado di difendere i propri valori, i propri beni, la propria memoria. Risollevarsi da sola. Interrogarsi sul proprio passato, organizzare il proprio futuro.