Continua la battaglia dell’Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Sala Consilina nei confronti di chi, senza essere iscritto all’Albo Professionale, esercita abusivamente la professione.
Nei giorni scorsi il presidente dell’Ordine, Nunzio Ritorto, ha inviato una lettera ai vertici regionali e provinciali dell’Agenzia delle Entrate della Campania e della Basilicata, della Guardia di Finanza, ai Prefetti ed ai Questori di Salerno e Potenza ed al Presidente ed al Procuratore della Repubblica del Tribunale di Lagonegro.
Nel documento si pone l’attenzione sull’inasprimento delle pene per chi esercita abusivamente la professione di commercialista previsto dalle modifiche all’articolo 348 del Codice Penale entrate in vigore il 15 febbraio scorso. La nuova normativa prevede fino a 3 anni di carcere, una sanzione pecuniaria fino a 50mila euro e la confisca delle cose utilizzate per commettere il reato. L’Ordine di Sala Consilina chiede ai destinatari della lettera di “intervenire con urgenza per dare applicazione a quanto previsto dalla legge e dalle recenti sentenze della Cassazione Penale“.
Il funzionario dell’Agenzia delle Entrate, che entra il contatto con il commercialista abusivo, che in quel momento sta rappresentando o assistendo un cliente, ha l’obbligo di denunciare la condotta in argomento senza ritardo all’autorità giudiziaria, e comunque allo stesso funzionario è richiesto di verificare attentamente che la procura rilasciata dal cliente sia autenticata da un notaio, poiché in caso contrario è anche prevista una sanzione amministrativa da 1.000 euro a 5mila euro.
“Va sottolineato – scrive il presidente Ritorto – che eliminare dal mercato gli operatori abusivi riveste notevole importanza per tutta l’utenza e per l’affidamento della fede pubblica, soprattutto in un sistema economico-giuridico vulnerabile, oggi come non mai, la cui integrità va tutelata sotto ogni profilo, a cominciare da quello delle prestazioni professionali. Ed in proposito, i Commercialisti e gli Esperti Contabili iscritti all’Albo, oltre ad aver completato uno specifico percorso di studi, ad aver sostenuto l’esame di Stato per l’abilitazione, ad essere soggetti all’obbligo dell’aggiornamento professionale, ad essere sottoposti alla vigilanza del consiglio di disciplina, tutte garanzie di qualità della prestazione, sono anche tenuti al rispetto delle regole dell’antiriciclaggio e all’obbligo di avere copertura assicurativa per responsabilità civile per eventuali danni arrecati ai clienti. Pertanto, dando applicazione alla normativa, tramite un impegno comune, ciascuno per le proprie competenze, si otterrebbe, di certo, un miglioramento sociale in termini di legalità, di fede pubblica e di lotta all’evasione”.
– Maria De Paola –