La battaglia contro il Coronavirus continua e tra i medici in prima linea c’è il professore Paolo Ascierto, Direttore dell’Unità di Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’ospedale “Pascale” di Napoli, a cui si deve la sperimentazione del farmaco antiartrite Tocilizumab per contrastare il virus.
Abbiamo contattato il Professore Ascierto che ci ha concesso un’intervista per i lettori di Ondanews.
- Professore, qual è la situazione attuale dei contagi da Coronavirus?
E’ indubbio che questa pandemia ci ha trovati impreparati sia per la violenza con cui si è diffusa sia per una mancanza di attrezzature, guanti, mascherine, tute. In questo momento il Sud sta reggendo, l’isolamento contenitivo sembra che sta funzionando. I dati, rispetto al Nord, sono incoraggianti sia per quanto riguarda i contagi che i decessi. Tuttavia non va abbassata la guardia. Vedo troppa gente in giro e questo non va bene. Il virus è ancora tra di noi. Le misure restrittive sono l’unica azione che in qualche modo possono contenere l’infezione. Il Tocilizumab è un farmaco che agisce contro le complicanze e non contro il virus. Io sono convinto che usciremo sicuramente da questa emergenza e lo dico con cognizione di causa guardando quanto è accaduto a Wuhan.
- Il Tocilizumab, a proposito, ha dato una buona risposta al trattamento dei casi più gravi.
Il 19 marzo l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco, ndr) ha dato il via allo studio clinico sul Tocilizumab affidandolo al Pascale. La parte della sperimentazione è svolta dall’Unità Sperimentale Clinica dell’Istituto diretta da Franco Perrone che si muove su una piattaforma informatica dove vengono raccolti i dati di tutti i pazienti degli ospedali italiani trattati con il farmaco. I centri si iscrivono via internet e sempre tramite la piattaforma partono gli ordini per il farmaco e la casa farmaceutica che lo produce lo spedisce direttamente alle farmacie dei centri ospedalieri. Nel giro di poche ore sono stati arruolati i primi 330 pazienti della sperimentazione anche se con il farmaco finora sono stati trattati oltre quattromila pazienti. I risultati scientifici verranno dati direttamente da Aifa a giorni. Quello che posso darvi è un’impressione su quello che noi abbiamo osservato al Cotugno dove con il Toci sono stati trattati numerosi pazienti. Già nei primissimi giorni che abbiamo deciso di usare il farmaco, 4 pazienti sono stati estubati e dopo due settimane 11 sono tornati a casa. Notizie confortanti in questo mese e mezzo sono arrivate da diverse parti di Italia. Ho notizie ottime da Padova, Fano, Modena, da Siracusa, dal San Raffaele, da Chieti, dalla Basilicata. E’ di due giorni fa la notizia che anche in un ospedale della Francia il Tocilizumab sta dando ottimi risultati. La mia parola d’ordine resta tuttavia “cauto ottimismo”.
- Com’è nata l’idea di sperimentare questo farmaco? Perché proprio il Tocilizumab?
Tocilizumab è un farmaco usato da noi oncologi nell’immunoterapia che va ad agire sull’infiammazione del polmone. Da qui l’idea, nata oramai quel 5 marzo scorso, condivisa con i medici del Cotugno e con i ricercatori cinesi, di sperimentarla nei pazienti affetti da Covid 19. Il Tocilizumab funziona lì dove c’è la famosa tempesta di citochine, questa è tipica di una condizione quando si utilizzano le famose car-t. Questa tempesta si ha anche nel polmone in seguito all’infezione del Coronavirus. Pertanto, la tempesta citochinica è presente sia negli effetti collaterali dell’immunoterapia che in quelli del Covid 19.
- E sul fronte vaccini cosa può dire? E’ fiducioso?
Ci sono diverse company che stanno lavorando sul vaccino nel mondo. In questo momento stanno lavorando soprattutto sull’animale. Qualche company sta lavorando sull’uomo. Ce ne sono almeno una ventina. Sono sicuro che ci sarà un vaccino anche se sicuramente i tempi sono lunghi e dovremo aspettare l’anno prossimo.
- Professore, molti sostengono che con il caldo il virus è destinato a scomparire. Quanta verità c’è dietro questa affermazione?
Questa della temperatura calda che uccide il virus è un qualcosa che si dice ma non ci sono assolutamente prove. Fra l’altro in questo momento il virus è stato riscontrato anche in Paesi in cui la temperatura è elevata. Speriamo che, grazie soprattutto all’isolamento contenitivo si arrivi in estate a livelli di contagio molto bassi.
- Dopo questa emergenza, secondo Lei, cosa sarà importante potenziare nel sistema sanitario?
E’ chiaro che i tagli alla ricerca e alla sanità fatti negli ultimi decenni dopo questa epidemia non saranno più giustificati. I governi dovranno porsi il problema di investire di più in ricerca e sanità. La salute è il migliore investimento per i nostri figli. Ora, inoltre, i tamponi vanno sicuramente incrementati ma mi pare che l’Italia si stia orientando verso questa direzione, ad effettuare tamponi a tutti e non solo ai medici. Conoscere la positività di un soggetto non può che aiutare in questo momento il sistema sanitario, nonostante le indubbie difficoltà dovute a un evento eccezionale che ha coinvolto l’intero pianeta.
– Claudia Monaco –