Il tema dei giornalisti minacciati in Campania continua ad essere di forte attualità. Lo ribadisce nell’intervista ad Ondanews Ottavio Lucarelli, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, che, in merito alla recente polemica con Roberto Saviano, non usa mezzi termini: “Non si paragoni più a Giancarlo Siani, giornalista giornalista”.
- Presidente Lucarelli, da sempre l’Ordine della Campania si è dimostrato a fianco dei giornalisti minacciati. Com’è la situazione attualmente nella nostra regione?
Oggi la situazione è molto complicata. Il confine delle aree a rischio per i giornalisti della Campania si è ampliato e aumenta anche la violenza da parte dei clan. Pochi giorni fa è stata semidistrutta a Napoli l’auto di un giornalista di cronaca giudiziaria parcheggiata nei pressi della sua abitazione. Nella sede di una redazione irpina è stata inviata una lettera con un proiettile. Prefetture, Questure e forze dell’ordine ci sono vicini, ma tanti giornalisti lavorano in aree a rischio.
- Sono trascorsi 30 anni dall’omicidio di Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985. Quale insegnamento si può trarre oggi dalla vita del giovane cronista?
L’insegnamento che ci ha trasmesso e ci trasmette ancora oggi Giancarlo Siani è di raccontare i fatti lavorando sul campo. Andando a vedere con i propri occhi. Così si è giornalista giornalista e non scrittore da salotto, come è ben raccontato nel film “Fortapasc” di Marco Risi.
- Qualche giorno fa è apparso su l’Espresso un articolo di Roberto Saviano intitolato “Se quelli sono giornalisti” che ha scatenato la dura reazione dell’Ordine che lei presiede, del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania e dei consiglieri nazionali campani della Fnsi. Qual è la sua posizione a riguardo?
La mia posizione è esattamente quella espressa assieme al sindacato unitario e ai consiglieri nazionali Fnsi. Abbiamo suggerito a Saviano, già condannato per plagio per aver copiato dai giornali campani, di non paragonarsi più a Siani. Infatti Giancarlo era un giornalista giornalista, lui è uno scrittore non giornalista. Saviano ha avuto successo e questo nessuno lo nega. Ma ha saccheggiato gli articoli dei nostri cronisti senza citare la fonte e poi, addirittura, mettendo al’indice quelle stesse testate da cui ha copiato. Tutto questo è inaccettabile e va raccontato. L’Ordine e il sindacato Sugc lo raccontano.
- La libertà d’informazione è la spina dorsale della democrazia. Quanto è vera oggi questa affermazione?
La libertà di informazione è ancora oggi la spina dorsale della democrazia. Lo è soprattutto in Campania, in Sicilia, in Calabria dove i giornalisti raccontano tutto rischiando spesso in prima persona e finendo nel mirino delle mafie. Non è così dappertutto. Come è possibile che le pagine nazionali dei giornali si siano occupate dei Casamonica solo dopo la diffusione di un video relativo al funerale del capoclan? Eppure ci sono cronisti che a Roma e nel Lazio da anni raccontano queste vicende. Cronisti spesso emarginati e isolati. Qui in Campania è diverso. Ordine, sindacato, forze dell’ordine, società civile siamo tutti al fianco dei cronisti che lavorano in prima linea. I nostri giornalisti di frontiera. E dobbiamo anche ringraziare Paolo Siani, fratello di Giancarlo, che da trent’anni lavora per portare avanti il messaggio del fratello e rafforzare sempre più la nostra famiglia della legalità.
– Filomena Chiappardo –