Nel 2022 poco meno di un quarto della popolazione (24,4%) è a rischio di povertà o esclusione sociale, quasi come nel 2021 (25,2%). A rivelarlo è l’indagine Istat con i dati relativi all’anno precedente presentati nel 2023. Tuttavia, con la ripresa dell’economia, si riduce significativamente la popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,5% rispetto al 5,9% del 2021) e rimane stabile la popolazione a rischio di povertà (20,1%).
Ciò che si apprende tramite i dati raccolti nel 2022 è che diminuisce la deprivazione materiale e sociale. Il 20,1% della popolazione risulta a rischio povertà, ovvero circa 11 milioni 800mila individui, con un reddito inferiore del 60% rispetto a quello mediano. Circa 2 milioni e 613mila persone (4,5%) si trovano in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale, meno rispetto al 2021 in cui si registrava una percentuale del 5,9. Ciò è dovuto alla ripresa economica post pandemia e all’incremento dell’occupazione e dei redditi familiari.
Sono 14 milioni e 304mila, invece, le persone a rischio di povertà o esclusione sociale ed il Mezzogiorno resta l’area del Paese con la più alta percentuale di individui a rischio (40,6%), per la Campania, però, si riscontra un miglioramento.
L’indice sul rischio di povertà e esclusione sociale viene calcolato combinando tre parametri: il reddito disponibile, la privazione sociale e materiale (l’impossibilità di accedere alla maggior parte dei “beni” individuali e sociali considerati necessari per condurre una vita dignitosa) e il tempo di lavoro del nucleo familiare.
Rispetto al trend del 2021, il rischio di povertà nel 2022 si riduce anche per le famiglie numerose, per le persone sole in età da lavoro con meno di 65 anni e per i lavoratori autonomi. Si riscontra anche una crescita dei redditi familiari dopo la crisi pandemica, resta però netto il divario tra le aree del Paese, se infatti al Nord il reddito mediano è di 31.220 euro al Sud cala del 23%.
Stando però al rapporto di Eurostat, che ha analizzato diversi Paesi dell’Unione Europea, ben 95,3 milioni di persone (22% della popolazione) sono risultate a rischio di povertà o esclusione sociale. L’Italia si posiziona all’ottavo posto nella scala, partendo dalle nazioni più a rischio, seguendo Romania, Bulgaria, Grecia, Spagna, Lettonia, Estonia e Lituania. I Paesi con una condizione di vita migliore risultano, invece, Repubblica Ceca, Slovenia e Polonia.
Dal rapporto emerge che le categorie più esposte alla povertà sono le donne, i giovani adulti e le persone con un basso livello di istruzione. Non è una novità: a rischio il 22,7% delle donne contro il 20,4% degli uomini, e il 26,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni.
L’Italia si colloca sopra la media dell’Unione Europea: nel 2022, quasi un italiano su quattro era da considerarsi a rischio povertà, appunto il 24,4% dei cittadini.