Continua a tenere banco la messa in liquidazione del Consorzio Centro Sportivo Meridionale. Questa sera negli uffici di San Rufo si è tenuto un incontro tra amministratori, convocato dal presidente dell’Assemblea dei Sindaci del Consorzio, Rocco Giuliano, per tentare di addivenire ad un accordo comune che eviti lo scioglimento.
Come sappiamo, la crisi finanziaria che ha condotto alla messa in liquidazione ha fatto emergere la presenza della morosità nel pagamento dei contributi da parte della maggioranza dei Comuni soci. Gli unici al momento in regola sono i Comuni di Polla, Caggiano e San Pietro al Tanagro. Presenti al tavolo dei lavori, oltre al sindaco Giuliano, anche i primi cittadini di Auletta, Pietro Pessolano, di San Rufo, Michele Marmo, di San Pietro al Tanagro, Domenico Quaranta, di Atena Lucana, Luigi Vertucci, di Monte San Giacomo, Raffaele Accetta, di Corleto Monforte, Antonio Sicilia, il consigliere comunale di San Rufo, Domenico Setaro, e il presidente della Comunità Montana Tanagro Giovanni Caggiano.
“Il Consorzio – ha spiegato Giuliano – vantava all’inizio circa 50 dipendenti e la sua realizzazione mirava a fornire un servizio al territorio, in particolare sportivo. Avremmo dovuto avere più accortezza per questa struttura, ma il passato va messo da parte perché adesso dobbiamo ripianare i problemi facendo squadra. Il mio Comune ha ritenuto giusto pagare mentre con altri Comuni sono sorte incomprensioni e contenziosi e questo dispiace. Per le vecchie situazioni di morosità bisognerebbe trovare una soluzione accomodante per tutti ed evitare lo scioglimento del Consorzio, anche per ciò che ha rappresentato nel passato e per le centinaia di ragazzi che frequentano la piscina e le strutture sportive. Per la gestione del patrimonio serve invece un manager capace che porti idee per valorizzare la struttura“.
Giovanni Caggiano ha ricordato che “il Consorzio è di fatto già in liquidazione, ci vorrebbe solo una forte volontà basata sulle risorse. È un ente in contenzioso con la maggior parte dei soci e ciò non aiuta. Le strade sono due: vogliamo che anche la fase liquidatoria sia controllata dalle istituzioni oppure si portano i libri in Tribunale per valutare le varie responsabilità. Non si può però pensare di rilanciare il Consorzio senza pagare il pregresso“.
Duro il sindaco di Auletta, da sempre in palese scontro con la gestione. “Da 10 anni sto provocando dicendo che alla base ci sono motivi politici perché il Consorzio è sempre stato gestito in maniera particolare – ha affermato -. Per far eliminare le indennità quando già navigava in cattive acque abbiamo dovuto fare le barricate. Un presidente preso dalla politica con un disegno del Pd che vota anche per noi. Siamo 12 soci ma i due terzi non condividono la gestione. Negli anni scorsi i soldi sono stati buttati. Io voglio affrontare il problema ma azzerando il passato politico“.
“La chiusura della piscina – ha evidenziato Michele Marmo – ci farebbe diventare vera e propria carne da macello da parte della pubblica opinione. Sono pronto ad accogliere qualsiasi genere di proposta, anche per il legame del Centro Sportivo con il mio comune“.
Dubbioso il sindaco di Atena Lucana il quale ha sostenuto che “prima di assumere una decisione serve capire il rapporto simbiotico che esiste tra Consorzio e Meta e il bilancio di quest’ultima. Non dobbiamo passare come amministratori che chiudono la piscina senza capire il nesso esistente tra Meta e Consorzio“.
Dalla riunione è emerso, inoltre, che la società Meta Sport, ramo del Consorzio, pur se chiude in passivo sostiene però regolarmente i suoi costi, come sostenuto da Antonio Boffa.
Proprio sui servizi in perdita si è soffermato il sindaco Quaranta. “La decisione pubblica da prendere è se, come pubblico, vogliamo sostenere dei servizi, anche in perdita, o meno – ha dichiarato -. È evidente che la piscina nel breve termine non potrebbe mantenersi con i soli pagamenti delle famiglie“.
“I Comuni morosi vogliono continuare a garantire i servizi resi, tra cui la piscina – ha chiarito Accetta -. Non abbiamo voluto reagire o fare polemiche di sorta, perché adesso serve trovare una soluzione. Impedire ai Comuni morosi di votare e non accettare la proposta di modifica dello Statuto è stata un’occasione persa per il Consorzio. Il mio Comune è stato quindi costretto a scegliere diversamente, nonostante avesse sempre pagato regolarmente dall’inizio. Quindi non accetto lezioni da nessuno. Si spera di arrivare però ad un documento condiviso da tutti che rappresenti la soluzione del problema“.
“Se i Comuni non hanno pagato ci sono motivazioni serie – ha affermato il sindaco di Corleto Monforte – perché a fronte delle quote da versare dobbiamo giustificare ai cittadini quali benefici si ottengono”.
Al termine dell’incontro gli amministratori hanno deciso di valutare una proposta condivisa tra tutti i Comuni che conduca ad un processo di risanamento. Fermo restando che dal prossimo 1 gennaio il Consorzio ha già deliberato che non verranno più pagate le utenze di luce e acqua.
Servirà, dunque, sedersi nuovamente ad un tavolo con bilanci alla mano per valutare le condizioni di un eventuale riequilibrio. Bisogna, ovviamente, ricordare che alcuni Comuni stanno affrontando un contenzioso con il Consorzio e tecnicamente, deliberando di non scioglierlo, dovrebbero poi richiedere una transazione.
– Chiara Di Miele –