Ha solo 27 anni eppure già tante cose da raccontare. Fatti e storie di una terra straniera come Beirut, dove Sara Manisera, giovane freelance originaria di Pertosa, vive da due anni. O come il Kurdistan iracheno, dove ha incontrato e intervistato per Repubblica il Generale Fadhil Jalil al-Barwari della Golden Division, l’unità speciale antiterrosismo delle Forze armate irachene pronta a dare l’assalto a Mosul.
“Parlare con il Generale è stato normale – mi racconta Sara dall’Iraq – Cerco di non farmi intimorire da chi ho davanti. Mai“.
Sara, vissuta ad Abbiategrasso, è la figlia del pertosano Peppino Manisera e della moglie Gina, di Auletta. La giovane giornalista vive con Pertosa e Auletta un legame molto forte e, appena libera dal lavoro, ritorna a salutare gli affetti. “Sono molto legata alla mia terra e alle origini – spiega – quando posso scendo sempre a salutare i nonni, gli zii e i miei amici“.
Sara si è laureata in Relazioni internazionali con una tesi sul tema dell’agricoltura e del caporalato e il conseguente sfruttamento dei migranti a Rosarno, poi ha conseguito un Master in Relazioni del Mediterraneo e mondo arabo. Per finire i suoi studi è partita prima alla volta di Barcellona e poi di Beirut. “Da lì ho iniziato a scrivere e ho poi scelto di rimanere – continua Sara – E’ dura, scrivo in inglese per poter avere un guadagno, però è anche vero che sto facendo gavetta, insomma, il normale percorso che ognuno dovrebbe fare“.
Scrive per diversi media, nazionali e non, tra cui Al Jazeera, Panorama, Vice, Deutsche Welle, La Stampa, TPI, Open Migration, Internazionale, la Repubblica, mentre in passato si è occupata di criminalità organizzata e di mafia al Nord per il sito “Stampo antimafioso”.
Quando le chiedo se ha paura dei luoghi in cui vive e lavora, Sara mi risponde:”Ho avuto più paura di certe zone controllate dalla mafia se devo essere onesta. Non ho paura, ma questo dipende anche da come organizzi un viaggio di questi tipo, dei fixer che usi, delle persone di cui ti fidi. I luoghi in Medio Oriente non fanno paura, sono bellissimi. C’è l’idea che qui sia solo guerra ma non è affatto così“.
Una giovane e appassionata professionista, insomma, che appena può scappa da Beirut per riabbracciare Pertosa e la terra che non dimentica mai.
– Chiara Di Miele –