In Campania ci sono 3,5 gigawatt di potenza da rinnovabili elettriche, che nel 2022 hanno dato una produzione di energia pari a 6 terawattora. Il numero di impianti è aumentato del 21% rispetto al 2021, ma la potenza soltanto del 6%, con un decremento della produzione del 5% dovuto soprattutto al comparto idroelettrico colpito dal crescente fenomeno della siccità. Questa la fotografia di una Campania a due facce scattata dal dossier Comuni Rinnovabili Campania, il Rapporto di Legambiente che racconta lo sviluppo delle diverse fonti rinnovabili nella nostra regione e quanto di buono si muove nei territori. E’ stato presentato all’interno della V Edizione del Forum Clima Energia.
Con 49.719 impianti da fonti rinnovabili presenti in tutti i comuni nel 2022 la Campania è ottava tra le regioni italiane per potenza installata totale che si attesta a 3.464 MW. La produzione di energia è quasi equamente divisa tra fonti FER e fonte tradizionale: 51% contro 49%, una produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nel 2022 pari a 6007 GWh. L’eolico con 1873 MW è sicuramente la tecnologia con maggiore potenza installata sul territorio, con un aumento del 6% rispetto al 2021. Seguono il fotovoltaico con 1015 MW, l’idroelettrico con 335 MW e le bioenergie con 241 MW. Rispetto al 2021, è stato registrato un incremento del numero totale di impianti installati sull’intero territorio regionale pari al 21%; gli incrementi delle singole tecnologie vedono il fotovoltaico il comparto impiantistico che fa registrare gli aumenti più importanti con un +21%, seguito dall’idroelettrico +3%, dalle bioenergie e dall’eolico con +2%. In termini di potenza installata e di produzione di energia da FER siamo nella prima parte della classifica regionale: ottavi per potenza installata totale rinnovabili elettriche e settimi per produzione di energia elettrica. Rispetto alle regioni del Sud siamo terzi per potenza installata (dietro Puglia e Sicilia) e secondi per produzione (dietro la Puglia).
“Questo è il momento per attuare la rivoluzione energetica di cui tutti parlano – ha commentato Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – . Ci sono tutte le condizioni: le rinnovabili sono ormai mature, le imprese ci sono. Se da un lato invece registriamo un grande lavoro da parte della Regione nel rilascio delle autorizzazioni per gli impianti rinnovabili, dall’altro il tutto viene vanificato dallo stallo e dalle direzioni sbagliate del Governo centrale che continua ad effettuare scelte anacronistiche che sostengono investimenti su infrastrutture della filiera del gas e del petrolio. Come Legambiente il nostro impegno contro le opere che rallentano la transizione energetica continua a essere forte come quello adoperato per spingere sulle opere necessarie. La liberazione delle rinnovabili, in Campania e al Sud Italia, si traduce con l’apertura di centinaia di cantieri, troppe volte sotto scacco di ritardi burocratici e ostacoli normativi. Le rinnovabili possono e devono rilanciare politiche industriali e occupazionali in un Mezzogiorno sempre più impoverito. Per vincere la sfida climatica e sociale bisogna agire in fretta ed è per questo che continueremo a confrontarci e a mobilitarci per l’apertura dei cantieri utili e necessari, consapevoli che tutto questo sarà possibile solo con una classe politica coerente e coraggiosa che accompagni e governi la transizione, velocizzando la realizzazione delle opere con il protagonismo delle comunità”.
Tra le tecnologie rinnovabili il fotovoltaico registra nel 2022 i maggiori aumenti sia come numero di impianti sia come potenza installata che come produzione di energia. Si sono avuti gli aumenti più alti degli ultimi dieci anni sia per quanto riguarda la potenza che la produzione. Sono 547 i comuni in Campania con almeno un pannello solare fotovoltaico installato sul proprio territorio. Di questi, ben 51 quelli in cui la produzione di energia da solare fotovoltaico potrebbe potenzialmente coprire i consumi di energia elettrica degli abitanti di quel comune. I comuni con la maggiore potenza installata sul proprio territorio sono Eboli, Serre, Nola, Giugliano in Campania e Sessa Aurunca. I comuni che però hanno visto il maggior aumento di potenza installata nel 2022 sono Battipaglia, Napoli, Nusco, Salerno e Giugliano in Campania.
L’eolico è pioniere in Campania: rispetto alle altre regioni italiane è terzo per potenza installata e addirittura secondo per produzione di energia elettrica. Protagoniste le province di Avellino e Benevento. Il 14% dei comuni campani è coinvolto da installazioni di questa tecnologia. Di questi, ben 49 sono definibili comuni “100% rinnovabili”, dove la produzione di energia da fonti rinnovabili potrebbe potenzialmente coprire i fabbisogni della popolazione residente.
Considerando l’idroelettrico totale (quindi sia grande idroelettrico sia mini idroelettrico) in Campania ci sono meno di 400 MW di installazioni, per un totale di produzione di energia nel 2022 di 480 GWh. Siamo dietro le regioni del Nord che hanno le storiche installazioni delle grandi centrali idroelettriche. La produzione di energia da idroelettrico anche quest’anno è in diminuzione, con un calo di quasi il 30% a causa dei lunghi periodi di siccità. Su un totale di 550 comuni in Campania, sono 34 quelli ad avere installazioni da mini idroelettrico, il 6% del totale. Di questi, 12 sono 100% rinnovabili elettrici.
In Campania vi sono quasi 100 impianti di bioenergie, con una potenza totale installata di 241 MW e una produzione di energia di 1.033 GWh. Si tratta di impianti principalmente situati nel Casertano e nel Salernitano. Il 12% dei comuni in Campania ha un impianto di bioenergie sul proprio territorio. Di questi 67 comuni, 17 sono 100% rinnovabili elettrici grazie a queste tecnologie.
Non solo grandi impianti, ma anche Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali. Infatti, nel novembre 2022 la Regione ha pubblicato un bando rivolto ai comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti per avviare percorsi costitutivi di CERS sui territori in attesa del bando del PNRR che permetterà poi la realizzazione degli impianti. In Campania oltre il 60% dei comuni ha una popolazione inferiore ai 5000 abitanti: l’80% ha presentato istanza, ben 270 Comuni. Sono stati ammessi a finanziamento 253 ed è seguita poi la fase di stipula delle convenzioni, controfirmate da 246 Comuni. Grande risultato per uno strumento nuovo che attira l’attenzione delle comunità. Un fenomeno però rallentato dalla mancata pubblicazione del decreto attuativo del MASE. A distanza di quasi 2 anni dall’entrata in vigore del decreto legislativo 199/21 manca ancora il provvedimento attuativo necessario all’effettiva applicazione della norma. Tale ritardo continua ad ostacolare la diffusione di uno strumento fondamentale per la lotta alla povertà energetica, oltre che all’emergenza climatica.