“L’ebrezza dei finanziamenti europei può generare mostri”.
È quanto scrive su “Il Manifesto” Edoardo Zanchini, Vicepresidente nazionale di Legambiente, sul progetto Rfi legato all’Alta Velocità. Il progetto, ricordiamo, attraverserebbe anche il Vallo di Diano.
“Chi può essere contrario a rendere più veloci e frequenti i collegamenti in treno al Sud? – chiede Zanchini – Nessuno, eppure il progetto proposto è da contrastare con forza come l’idea che l’area del Paese che più ha bisogno di attenzioni e investimenti la si possa rilanciare con una nuova linea ferroviaria a doppio binario tra le montagne dell’Appennino, dove i treni possano correre a 300 chilometri all’ora”.
Uno dei problemi, secondo il vicepresidente di Legambiente è legato alle caratteristiche del territorio: “Una delle zone più complicate – spiega – da un punto di vista morfologico e sismico, per cui la spesa inevitabilmente schizza alle stelle con una previsione che si aggira tra i 22 e i 29 miliardi di euro”.
“Se quelle risorse vi fossero –aggiunge Zanchini – ed è tutto da dimostrare, vi sono certamente altre priorità più urgenti in territori dove in questi anni si è tagliato tutto: dalla sanità alla scuola, dagli interventi per fermare il dissesto idrogeologico al recupero di un patrimonio edilizio sempre più degradato. Senza considerare che in questa area del Paese negli ultimi dieci anni gli Intercity e i treni Regionali in circolazione si sono ridotti e sono invecchiati”.
Un progetto, quindi, che non convince il Vicepresidente di Legambiente: “Nelle 222 pagine consegnate alle Commissioni parlamentari manca l’unica simulazione che ci si sarebbe aspettati: ossia come migliorare la linea a doppio binario che oggi esiste tra Salerno e Reggio Calabria – spiega – con investimenti tecnologici, varianti nei tratti problematici, revisione delle sagome di alcune gallerie per renderle percorribili anche ai nuovi treni merci più lunghi, adeguamento di alcuni raggi di curvatura. E poi, rafforzamento delle connessioni con i porti di Gioia Tauro, con l’aeroporto di Lamezia Terme e con Cosenza, con la linea Jonica verso Taranto e Bari. Tutto questo non c’è forse perché non piaceva a chi non vede l’ora di potersi candidare a muovere cemento a caro prezzo, come è sempre avvenuto in Italia per i cantieri dell’Alta velocità che sono i più costosi d’Europa”.
E conclude: “Dobbiamo augurarci che il ministro Giovannini riesca a realizzare qualcosa di davvero utile, che dia la possibilità di collegare più velocemente Napoli con Reggio Calabria, ma soprattutto di dare un segnale di cambiamento da subito a chi vive in questa parte del Paese”.
– Claudia Monaco –