Il terzo appuntamento del progetto “Educazione alla Legalità” delle classi seconde e terze del Liceo Scientifico di Padula si è svolto oggi presso la Certosa di San Lorenzo.
Un progetto promosso dal Liceo Scientifico “Carlo Pisacane” di Padula, scuola “sentinella” per il contrasto al bullismo cibernetico.
A dialogare sul tema della legalità sono stati il Dirigente scolastico Pietro Mandia, il Capitano dei Carabinieri di Sala Consilina Roberto Bertini, il Vescovo della Diocesi Teggiano-Policastro Monsignor Antonio De Luca, il presidente della Comunità Montana Francesco Cavallone e, ospite di eccezione, don Aniello Manganiello, parroco di Scampia.
“L’importanza di questi incontri è fondamentale perché da voi dipenderanno le sorti della società. – afferma Roberto Bertini – Il mio invito è di non prendere sotto gamba queste occasioni. Da appartenente all’Arma vi invito a vedere le istituzioni come un ausilio, non come qualcosa da osteggiare. Le istituzioni sono dalla parte dei cittadini”.
“La legalità non possiamo viverla come una gabbia, ma è presupposto di giustizia e solidarietà – dichiara Monsignor Antonio De Luca -. Partendo da questo si comprende il valore della legalità che è difesa dei più deboli”.
Don Aniello Manganiello, parroco per 16 anni a Scampia nei quali ha combattuto la criminalità organizzata. Autore di libri e progetti sul tema della legalità, ha vinto il premio Borsellino nel 2016.
“Sono tornato a Scampia chiedendolo con forza dopo il trasferimento nel 2010 – afferma – Quell’ambiente che viene presentato sempre male dai media, descritto come il supermercato della droga è invece come tutti gli altri territori: dalle cronache ultime sappiamo che persino a Siena, culla della cultura, si sono verificati episodi di bullismo – afferma don Manganiello -. È vero però che la criminalità organizzata è ancora presente a Scampia seppure in una nuova forma, ancora più pericolosa perché costituita da giovani. Mentre con i camorristi riuscivo ad avere un dialogo, sempre fermo sui miei princìpi cristiani e civili, oggi invece faccio fatica ad intercettare questi giovani che vogliono scalare il potere camorristico. Sono mossi dalla brama di conquistare uno status importante: ciò avviene per la mancanza di cultura. La sottocultura è il cancro di quella società. È la causa della ricerca di un ruolo di forza”.
Alla fine un invito agli studenti affinché approfondiscano gli studi e acquisiscano gli strumenti per affermarsi nell’ottica nella legalità. Citando don Milani, il parroco di Scampia ricorda che “ogni parola non imparata oggi è un calcio in culo nel domani”.
“La legalità conviene, l’illegalità invece è un boomerang. Essere legali vuol dire guadagnarsi onestamente da vivere – prosegue il parroco -. In merito ai tanti fondi destinati al sud è lampante l’assenza di progettualità: i soldi arrivano, ma non vengono spesi perché manca la cultura. Le agenzie educative hanno difficoltà a trovare un collante tra loro: la scuola, la famiglia devono collaborare. Potete quindi dire che la colpa è degli adulti, ma voi ragazzi cosa avete intenzione di fare? Avete una grande responsabilità”.
Don Aniello Manganiello ha rimarcato il senso etimologico della parola “legalità”. “Essa viene dai verbi ‘legare’ e ‘scegliere’: due vocaboli che formano un’unica parola. Scegliamo di legare, di fare comunità, di non emarginare – ha poi spiegato -. Prendete sempre posizione nei confronti del male. Il vostro intervento può aiutare sia la vittima che il carnefice, non girate mai la testa dell’altro lato”.
A conclusione dell’incontro è stato proiettato un cortometraggio sulla Strage di Capaci e di via D’Amelio. Non poteva mancare dunque il ricordo dei magistrati Falcone e Borsellino simboli della lotta alla mafia che ha generato un dibattito tra relatori e studenti.
L’incontro è stato moderato dal giornalista Pierpaolo Fasano.