“Se il Presidente Bardi non è in grado di assicurare le risposte e la solidità che ci si aspetterebbe da un Presidente e dalla sua Giunta, lasci la guida della Regione Basilicata. Sarebbe opportuno che ne riferisse immediatamente in Consiglio regionale“.
E’ quanto dichiarato dal Partito Democratico lucano dopo la conferenza stampa nella quale stamani la Lega ha annunciato la richiesta di verifica per la Giunta di centrodestra e il ritiro di due assessori, tra cui il Vicepresidente.
La Regina e Cifarelli hanno inoltre sottolineato che “il Partito Democratico non ha nessuna intenzione di fare da stampella alla peggiore destra lucana. Peggiore nel merito e nel metodo, peggiore nell’etica e nella morale”.
Il Movimento Cinque Stelle, invece, attraverso i suoi tre consiglieri regionali, Gianni Perrino, Gianni Leggieri e Carmela Carlucci ha auspicato “vivamente che riprenda quanto prima l’attività effettiva del Consiglio regionale e delle Commissioni. Dal tenore delle dichiarazioni, più che ad una verifica, sembrerebbe che la Lega si sia lanciata in una vera e propria Opa sul Governo regionale e sul suo assetto amministrativo. Inutile nasconderlo: i denari del Pnrr fanno gola a più di uno e, il partito di maggioranza relativa, vorrebbe partecipare al banchetto, attraverso propri emissari di fiducia. Altrimenti non si spiegherebbe questa fantomatica verifica da parte di chi ha governato gomito a gomito col presidente Bardi”.
“Ai lucani poco interessa delle beghe interne alla Lega o del posizionamento nello scacchiere di comando – così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Tommaso Coviello – Il Paese reale è alle prese con una complessa quotidianità e con una preoccupante emergenza economica che segue quella sanitaria e sociale. Studenti, partite Iva, disoccupati e numerose altre categorie in difficoltà poco si appassionano a questo ‘non dibattito’ che giorno dopo giorno perde di vista i veri obiettivi. In questo scenario qualsiasi attività costruttiva perde di significato. Le dimissioni sono un gesto nobile, nel lontano 2019 l’alleato della Lega a Roma, il ministro Roberto Speranza, sosteneva a mezzo social che ‘le dimissioni sono un atto di dignità, di libertà e di coerenza’. A questo punto se le dimissioni sono effettivamente frutto di una ponderata riflessione politica e manifestazione di un reale disagio istituzionale si dovrebbe procedere in modo molto lineare: all’annuncio segue il protocollo. Le dimissioni vanno formalizzate e non solo minacciate, altrimenti sono uno strumento per alzare la voce e puntare il dito. Con il Pnrr abbiamo la possibilità di ammodernare il nostro territorio ed offrire opportunità ai tanti lucani che hanno scelto di non emigrare e di investire nella propria terra, siamo chiamati a dare delle risposte che non siano un nome ed un cognome per una poltrona. È l’anno zero e la Regione Basilicata non può permettersi di rincorrere gli umori di chi a dirla tutta dimostra di avere scarso senso istituzionale e poco rispetto dei lucani. Analizzando le ultime fasi dell’attività istituzionale del Consiglio, l’occhio, anche quello dell’osservatore più distratto, cade unicamente sulle assenze ingiustificate ed i ‘capricci’ di chi rappresenta quella che si è ribattezzata ‘forza politica azionista di maggioranza’ e dunque con le maggiori responsabilità di governo sino ad oggi, che chiede maldestramente il cambio di passo senza fare una necessaria preliminare verifica interna”.
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