Con l’avvento dei social media e delle piattaforme di condivisione negli ultimi anni c’è stata una vera e propria diffusione del problema legato al furto dei contenuti online.
È accaduto pochi giorni fa anche a un giovane valdianese al quale sono state rubate le proprie foto da Instagram per poi essere utilizzate per un falso account su un’app di incontri.
Parliamo in questo caso di “catfishing”, ovvero una pratica che consiste nel prendere informazioni e immagini da altre persone e usarle per creare una nuova identità per sé stessi. A rendere ancor più preoccupanti al giorno d’oggi reati come questi si aggiungono l’intelligenza artificiale e i deepfake che consentono non solo di sfruttare la tecnologia per rubare le identità di persone reali ma anche di clonare la loro voce.
Contattato dalla nostra redazione, il giovane, che ha preferito mantenere per privacy l’anonimato, ci ha raccontato la sua esperienza esternando anche delle preoccupazioni per l’accaduto.
- Come ti sei accorto che le tue foto erano finite su un sito di incontri?
Premetto che non è la prima volta che mi accade una cosa simile, mi è successo in passato che mi abbiano rubato delle foto pubbliche, postate su Instagram. La prima volta avevo una ventina di anni e in quell’occasione ho avuto davvero paura perché mi arrivavano segnalazioni perfino dal Napoletano da persone che si erano accorte di questo falso profilo e non sapevo bene come reagire. Questa volta invece è accaduto proprio che una persona, credendo di parlare con me, abbia accettato un mio fantomatico invito ad uscire. Mi ha quindi scritto dicendomi che mi stava aspettando all’appuntamento fissato e non capivo di cosa stesse parlando. Tra l’altro ho una relazione stabile da un po’ di tempo, motivo per il quale non utilizzo le app. Alla mia perplessità la vittima mi ha spiegato di essere stata contattata da “me” nei giorni precedenti e che a seguito delle diverse conversazioni avrei chiesto un appuntamento.
- Come hai reagito?
Innanzitutto ho lanciato un appello sui social in modo che le persone che mi conoscono, anche nella zona dell’accaduto, potessero segnalare il fatto. Tant’è che anche un’altra persona dell’Avellinese mi ha contattato dicendomi che era accaduta la stessa cosa. Mi preoccupa quindi che si ripeta che nella zona al confine tra le province di Salerno e Avellino possa esserci qualcuno che finga di essere me (le app di incontri funzionano spesso su geolocalizzazione). Tuttavia grazie all’appello molte persone mi hanno aiutato a segnalare questo falso profilo. Inoltre ho provveduto a segnalare l’accaduto alla Polizia Postale ed invito tutti a farlo nel caso in cui dovessero incappare in situazioni simili.
- Hai avuto paura?
Più che altro ho sentito messa in pericolo la mia relazione. Non è bello sapere che c’è qualcuno che diffonde le tue immagini su app di incontri e quindi ti senti toccato nella tua sfera privata. La fortuna è che ho un compagno che è comprensivo, in passato è capitato anche a lui, e poi c’è estrema fiducia. Però mi rendo conto che se fosse successo in un momento di crisi o di scarsa fiducia questo avrebbe potuto rappresentare un ulteriore elemento di litigio. Inoltre il pensiero che dietro a questo falso profilo possa esserci sempre la stessa persona mi turba ancor di più, proverò a fare delle ricerche per riuscire a risalire al colpevole.
- Come hai deciso di difendere la tua identità?
Innanzitutto ho iniziato a rendere privati i miei profili ed evito di pubblicare foto che ritraggano il mio fisico per intero. Evito poi di pubblicare i miei familiari e foto nitide che raccontino la mia relazione. Questo perché voglio tutelare me ma anche loro e voglio vivermi i social per quello che sono senza che diventino uno strumento di pericolo.
- Qual è il tuo monito?
Consiglio vivamente di non andare nel panico ma di reagire e prendere in mano la situazione. Capisco che lo spavento potrebbe essere una prima reazione dato che ci si sente lesi nell’intimità. Chi fa una cosa del genere spesso nasconde la propria identità, magari è nostro “fan” (il che non lo giustifica) però, ecco, potrebbe essere legato ad un problema di autostima e non lo fa per attaccarci direttamente. Tuttavia resta un reato, ma non bisogna andare in ansia perché le istituzioni ci sono e la Polizia Postale funziona. Invito inoltre a non pubblicare sui social minori o persone che non hanno modo di difendersi da queste minacce: io pubblico la mia immagine e ne rispondo anche nel momento in cui dovesse essere rubata. A chi vuole utilizzare le app di incontri suggerirei di utilizzarne sempre di certificate, ovvero quelle in cui appare la spunta blu, e che rendono non fruibili le immagini, ad esempio attraverso lo screenshot.