Vittorio Sgarbi è uno dei massimi esperti di arte in Italia e al mondo. E’ noto per essere un grande critico d’arte nonchè curatore delle più importanti mostre internazionali, è uno scrittore, un politico e un personaggio che spesso fa discutere, a volte considerato “scomodo”. Vittorio Sgarbi è un libero pensatore ed è un “patrimonio dell’Italia” per la sua preparazione, per il suo amore per l’arte, per la sua cultura, per il suo essere. In questa Giornata speciale che celebra la donna e la sua essenza, abbiamo rivolto qualche domanda proprio su questa tematica a Vittorio Sgarbi.
- Professore, oggi a Ferrara ha inaugurato l’opera di Gaetano Pesce in occasione della Festa della Donna. Come vede l’immagine della donna attualmente?
La donna oggi ha una forza pubblica che non aveva in passato quando la sua forza era tutta nel privato. La lotta delle donne è stata essenzialmente quella di guadagnare gli spazi che sono stati per secoli occupati dagli uomini, che sono gli spazi del potere. La donna e la sua grandezza nella mia percezione sono state indiscutibili però l’idea che oggi siano più le prefette dei prefetti, più le ambasciatrici degli ambasciatori, più le professoresse dei professori vuol dire che la donna lentamente ha occupato gli spazi degli uomini. Tutto sommato farebbe anche bene ad usare il loro genere, quindi chiamarsi ministro, sindaco, presidente, poeta e non consentire che venisse declinato al femminile quello che hanno fatto perché loro hanno conquistato dei posti che erano dei maschi.
- A questo proposito c’è stata anche una recente polemica, legata al Festival di Sanremo, in merito alla scelta di Beatrice Venezi di farsi chiamare “direttore d’orchestra” e non “direttrice”.
E aveva ragione lei, perché questa è una categoria senza sesso che riguarda l’intelligenza e le funzioni. Se fossi una donna mi farei chiamare presidente e non presidentessa perché vuol dire che sono riconoscibile come donna e ho conquistato uno spazio che prima era di un maschio.
- Il calendario 2021 che ha curato contiene diverse immagini femminili ritratte in pose e stati d’animo diversi. Quale preferisce?
Sono tutti dipinti che mi circondano, direi che l’immagine che mi commuove di più è la madre di Gaudenzi (Mamma e Bambino, Pietro Gaudenzi 1880 – 1955, ndr) che sta bevendo il latte e tiene il bambino protetto. Gaudenzi è un pittore poco conosciuto ma di grande forza.
- Tra i vari esempi di donne importanti per la Storia dell’Arte c’è Artemisia Gentileschi. Trova che le sue vicissitudini (è stata stuprata e non apprezzata abbastanza quando era in vita proprio perché donna) siano ancora attuali e in comune con troppe donne della nostra epoca?
Si. E’ stata tra i più grandi pittori del Seicento e rispetto a suo padre che era un grande pittore, aveva molta più forza di lui. Lei è più forte infatti e la sua componente femminile è poco evidente, è molto forte invece la componente di una lotta contro un potere coercitivo.
- “La lingua non ha peli per natura” afferma e lei, come noto, peli sulla lingua non ne ha. Cosa si sente di consigliare alle donne?
Tendo a non consigliare niente a nessuno e a distinguere le persone non per il loro sesso. Le donne e gli uomini sono attratti reciprocamente proprio perché sono diversi. Le persone possono fare bene e possono fare male indipendentemente dal loro sesso e quindi posso aiutare un uomo o donna se ha bisogno di me non in quanto uomo o donna ma in quanto persona.
- La concezione sulla donna può essere collegata anche al grado di cultura che ha una popolazione. E la cultura, la conoscenza, il sapere, sono temi a lei cari. Ne è a testimonianza un suo grande successo, il Diario della Capra.
Il successo è perché sono l’unica persona matura che ha mantenuto un linguaggio che parla con i giovani quindi la mia vera forza è di essere molto più vecchio della Ferragni e di Fedez ma di parlare a ragazzi che sono della generazione più giovane e di essere in qualche modo un riferimento polemico e critico. Quindi la Capra è una parola d’ordine che unisce me ai ragazzi.
- In conclusione, indubbiamente c’è bisogno di uscire da questo periodo buio legato al Covid che ha segnato le vite di tutti noi. L’Arte, secondo lei, è un veicolo di uscita e di rinascita?
Si. Ho convinto il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo a rassicurare il Ministro sulla riapertura dei musei il sabato e la domenica per cui entro Pasqua dovremmo avere riabilitato il rapporto con la cultura dei teatri e dei musei. L’iniziativa che ho avuto con Gaetano Pesce di fare all’aperto un’attività che riguarda l’arte e un artista e che riguarda un tema importante come la donna, (ho agito come Presidente di Ferrara Arte) in un momento in cui tutti sono fermi e agire in un parco della scultura con una scultura così grande, è in qualche modo trovare il punto di congiunzione tra i temi di attualità e la capacità di rappresentarli dell’Arte.