E’ stato pubblicato il nuovo Rapporto Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che analizza lo scenario di previsione sui fabbisogni occupazionali, professionali e formativi dell’economia italiana nel “medio termine”, cioè per il quinquennio 2024-2028.
In Campania si stima un incremento dello stock occupazionale del 6,2% nel periodo 2024-2028, percentuale che corrisponde a circa 111mila occupati in più. La componente di sostituzione è pari a 208mila lavoratori, con cui si raggiunge una stima di un fabbisogno di circa 320mila occupati.
La richiesta di dirigenti, specialisti e tecnici in regione sarà pari a circa 129mila unità, il 41% del totale; impiegati e professioni commerciali e dei servizi copriranno il 31% del fabbisogno complessivo, per un ammontare di circa 99mila lavoratori, mentre il fabbisogno stimato degli operai specializzati e dei conduttori di impianti si attesterà intorno alle 54mila unità, pari al 17% del totale. Nel quinquennio il 37,7% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in possesso di una formazione terziaria, il 49,6% formazione secondaria di secondo grado, cioè un diploma liceale (13mila unità), un diploma tecnico-professionale (81mila unità) o un titolo IeFP (63mila unità).
Come si legge nel Report, dal punto di vista territoriale, la ripartizione del Sud e Isole concentrerebbe la maggiore quota del fabbisogno di 3,6 milioni di occupati nello scenario positivo, con il 30,4% della domanda totale, seguita dal Nord-Ovest (27,8%), dal Nord-Est (21,5%) e dal Centro Italia (20,3%).
La possibilità di riuscire a coprire il fabbisogno di occupati nei prossimi cinque anni dipenderà dalle capacità del sistema di far fronte alle diverse criticità e “colli di bottiglia” che caratterizzano il mercato del lavoro e rischiano di aggravarsi nei prossimi anni. Il divario tra domanda e offerta di lavoro presenterà crescenti difficoltà a causa della pressione demografica, considerato che, secondo le previsioni dell’Istat, tra cinque anni in Italia la popolazione con almeno 60 anni crescerà dell’8%, a fronte di una diminuzione del 4% dei 18 – 59enni. L’invecchiamento della popolazione comporterà non soltanto un aumento dei flussi pensionistici e quindi delle uscite dal mercato del lavoro ma anche una sensibile riduzione del numero di giovani in ingresso nelle forze lavoro, se i tassi di attività non dovessero crescere in modo significativo.
Il modello, che valorizza le informazioni acquisite periodicamente tramite le indagini Excelsior condotte presso le imprese italiane dell’industria e dei servizi, consente di prevedere l’evoluzione dell’occupazione per 35 settori (compresa la Pubblica Amministrazione) e di derivare il fabbisogno occupazionale (al netto del settore agricolo, della silvicoltura e della pesca) per gruppo professionale, livello di istruzione e principali indirizzi formativi.