“Siamo fortemente preoccupati di quanto sta accadendo intorno alla Certosa di Padula: sta vivendo un momento di grande difficoltà e con un numero basso di accesso da parte dei turisti”.
È quanto ha dichiarato in una conferenza stampa stamane l’avvocato Angelo Paladino, Presidente dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, unitamente all’architetto Domenico Nicoletti, segretario.
“La Certosa non ha un Direttore da oltre 2 anni, l’ultima dirigenza è legata a Tommasina Budetta, la Soprintendenza è regionale, a Napoli, la gestione è affidata ai privati, gli addetti sono 14”.
Ma oltre alla gestione, secondo i vertici dell’Osservatorio, il problema è legato anche alla disattenzione sulla manutenzione: “Siamo allarmati, ho fatto visita personalmente in Certosa, la situazione è sconcertante, sono entrato senza alcun controllo, con automezzi che circolavano dove un tempo passeggiavano i monaci. Qui trovo poi questa scalinata, totalmente discordante con il paesaggio”.
La scalinata è sorta nell’ambito di un intervento di restauro e fruizione innovativa per la valorizzazione del sito UNESCO.
“Le cose sono assolutamente intollerabili – afferma poi – la Soprintendenza ha progettato e appaltato i lavori, dal 31 agosto non abbiamo avuto notizie, e ad oggi abbiamo un Soprintendente ad interim, Massimo Osanna, che da Roma dovrebbe gestire la Certosa. Tutto ciò dopo le Dimissioni della Soprintendente Ragozzini a cui avevamo espresso perplessità. I lavori sono stati appaltati e realizzati infrangendo la previsione del Piano di Gestione”.
Il rischio, secondo Paladino, è che “l’UNESCO possa ripensarci e togliere il riconoscimento alla Certosa”.
“Il tutto dovrebbe preoccupare i sindaci – afferma ancora Paladino – Chiederemo ad Osanna di intervenire se questo scempio non viene rimosso”.
Intervento anche dell’architetto Domenico Nicoletti: “Su questo territorio il Piano di gestione della Certosa prevedeva ben altre opere, ma il rispetto del monumento soprattutto. Passiamo da uno scalone di scuola vanvitelliana a questa scala. Quando siamo stati a Napoli alla Soprintendenza sono saltati in aria per quanto visto, perchè è contrario al Piano. L’UNESCO sa che stiamo facendo dei lavori, ma non questo. Dobbiamo eliminare questa scala, che pare sia smontabile, e proporre interventi rispettosi del sito”.
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