Fa tappa a Monte San Giacomo il tour della Uil Pensionati Campania per spiegare le ragioni della contrarietà all’autonomia differenziata.
Approvata il 26 giugno scorso, la legge numero 86 contiene le disposizioni che consentono alle Regioni a statuto ordinario di chiedere maggiori competenze e di svolgere ulteriori funzioni rispetto a quelle che già svolgono adesso. Questo rischia di accentuare i divari già esistenti causa di un sistema che finisce per privilegiare le aree più ricche e non quelle più virtuose. La mobilitazione contro il progetto voluto dal ministro leghista Calderoli ha portato a raccogliere, nel giro di un mese, le 500mila firme necessarie per chiedere il referendum abrogativo. Ora, in parallelo con l’iter stabilito dalla Costituzione per arrivare all’indizione del referendum, per la Uilp Campania è il momento di entrare nel dettaglio delle ragioni di opposizione a questo progetto. Con questo obiettivo è stato promosso l’incontro che si terrà l’11 settembre alle ore 18.00 presso il Municipio di Monte San Giacomo.
6 i motivi basilari per i quali, secondo i promotori dell’iniziativa, l’autonomia differenziata dev’essere cancellata: proteggere la scuola e l’unitarietà dell’insegnamento, tutelare la sanità pubblica e universale, garantire l’uniformità dei Livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale, difendere i contratti collettivi nazionali di lavoro, tutelare la competitività dell’Italia a livello mondiale e assicurare un robusto sistema di perequazione. In tutto questo chi rischia di più sono i piccoli centri di provincia.
“Cosa ne sarà dei piccoli Comuni qualora dovesse essere attuata l’autonomia differenziata? Le migliaia di realtà locali che caratterizzano il nostro Paese rischiano di essere spazzate via, compromettendo non solo le identità forti che le caratterizzano, ma anche e soprattutto la tenuta sociale – afferma Biagio Ciccone, segretario generale della Uil Pensionati Campania – Abbiamo scelto di parlare a Monte San Giacomo dei rischi che si corrono con le riforme del ministro Calderoli perché è una realtà emblematica di ciò che sono oggi il nostro Meridione e l’Italia intera. Se l’autonomia differenziata dovesse andare in porto, nelle nostre piccole realtà ci troveremo a dover fare i conti con ulteriori tagli di servizi. Abbiamo visto cos’è accaduto dopo la privatizzazione di alcuni servizi e le conseguenti scelte dettate da logiche aziendali. Lo vediamo tutti i giorni anche in quei servizi che sono rimasti formalmente pubblici, come la Sanità: sempre più tagli, sempre più disagi per gli utenti, senza tenere in considerazione alcuna quello che è un dato di fatto come l’invecchiamento della popolazione”.
Il segretario ha, poi, aggiunto: “C’è bisogno di più welfare e di servizi meglio organizzati e diffusi in maniera più capillare. La risposta potrebbero davvero essere i Livelli Essenziali delle Prestazioni che il Governo sbandiera come salvaguardia dei servizi su tutto il territorio. Lo sarebbero se fossero accompagnati dagli investimenti necessari per ripianare i gap di partenza, altrimenti resteranno delle enunciazioni di principio perché una Sanità già in affanno sui territori non potrà certo fornire prestazioni adeguate con sempre meno risorse. La Uil sta portando avanti una battaglia per contrastare questo scellerato progetto e la Uilp è in prima linea perché i pensionati sono il bersaglio più esposto. In tante realtà sono i pensionati a garantire un sistema di welfare familiare e di prossimità che attutisce l’impatto che tagli ai servizi e contrazione del potere d’acquisto stanno avendo sulle nostre famiglie. Le nostre realtà territoriali hanno bisogno di fare rete per garantire a tutti i cittadini servizi adeguati e non certo di ulteriori tagli”.