È trascorso già un mese dall’incontro che si è tenuto presso l’Azienda sanitaria locale di Potenza tra l’Associazione di Genitori e di Giovani Diabetici della Basilicata con i referenti dell’ASP, la dottoressa Motola, responsabile dell’Ufficio Protesica e il signor Rinaldi, responsabile dell’Ufficio Economato. Per AGGD Basilicata erano presenti Angela Possidente, Gerardo Romano e Nadia Errichetti, rispettivamente presidente, vicepresidente e tesoriere, mentre collegato in videoconferenza c’era il dottor Luigi D’Angola, Direttore Sanitario dell’ASP.
Un incontro lungo e dettagliato in cui l’associazione ha riferito circa i ritardi e la metodologia troppo burocratica, lunga e articolata, per l’erogazione dei presidi necessari a bambini e ragazzi con Diabete Tipo 1. Questi presidi, che grazie alle ultimissime tecnologie in commercio aiutano i soggetti con diabete ad avere un miglior compenso glicemico, rientrano nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e pertanto non si possono acquistare autonomamente.
Ad oggi, a distanza di circa un mese da quell’incontro, l’Associazione denuncia di non aver ancora ricevuto risposte, sebbene l’ASP si fosse impegnata a snellire alcune procedure burocratiche interne. Pare infatti che molto dipenda dall’iter seguito dalla domanda per la fornitura dei presidi medici che, a parere di AGGD Basilicata, non considerando la “prevedibilità” dei fabbisogni annuali dei singoli soggetti diabetici costringe gli operatori dell’ASP in un continuo stato di emergenza che prevede delibere di acquisto mensili, settimanali o addirittura ad hoc per singoli pazienti.
“Dopo l’incontro abbiamo inoltre effettuato diverse telefonate di sollecito, a cui è stato risposto che stavano lavorando per cercare delle soluzioni più veloci, ma ad oggi non abbiamo ricevuto risposte ufficiali nè velocizzazione nei processi, anzi i nostri soci hanno continuato a lamentare difficoltà nell’erogazione dei presidi” ha affermato Angela Possidente.
A preoccupare le famiglie anche l’aumentare dei casi legati al Coronavirus che potrebbe rallentare ulteriormente la burocrazia e causare un ammanco di materiale indispensabile per la gestione e il controllo del diabete, come già è accaduto nei mesi del lockdown.
– Chiara Di Miele –