Nato a Brooklyn da padre di Sanza e mamma con i genitori di Sassano, Sabino Curcio non ha mai tagliato il suo cordone ombelicale con l’Italia; infatti, non manca anno che non si rechi nei piccoli centri in cui la sua famiglia ha avuto origine. Il suo legame se l’è tatuato sulla pelle dove campeggia lo stemma del Comune di Sanza.
A Brooklyn Sabino, seguendo le orme del padre con cui lavora, ha portato la cultura del cibo italiano aprendo il “Panini Shoppe Anthony & Son” dove si è recato anche il noto blogger di “Il mio viaggio a New York”, Piero Armenti. Accanto alla ristorazione, Sabino ha affiancato l’eccellenza del vino italiano e dei liquori, insomma offre il meglio dell’Italia agli americani. Se lo stereotipo dell’italiano è pizza e mandolino, Sabino lo incarna perfettamente, infatti, oltre al cibo, ha esportato negli Stati Uniti la musica italiana, in particolare quella della scena rap milanese.
Sfera Ebbasta, Irama, Blanco, Guè Pequeno, Post Malone e tanti altri (ultimo in ordine di tempo a “fargli visita” è stato il noto conduttore Alessandro Cattelan) sono ormai suoi amici. Tuttavia, cerca sempre di connettere Sanza e Sassano a questi grandi nomi: ricordiamo l’immagine della Madonna della Neve, venerata a Sanza, nel video “Pampampampam” girato da Irama proprio a Brooklyn, nella sede dell’Arciconfraternita di cui è Presidente Teresa, madre di Sabino.
Sabino conta su Instagram 26,7 mila followers e la piattaforma podcast (Growing Up Italian) in cui racconta l’ “italianità” è seguita da 39,3mila persone.
Abbiamo contattato Sabino per farci raccontare come è arrivato sin qui e per scoprire il suo legame con i noti rapper italiani. Non si è fatta attendere la sua risposta entusiasta.
- Sabino, cosa vuol dire essere italiano, visto dall’esterno? E’ quello che racconti nei tuoi podcast sul profilo #growingupitalian?
Essere un italoamericano è tutto. Gli italoamericani si sono sacrificati così tanto quando sono venuti in America, oggi hanno tanta influenza nella cultura e hanno davvero contribuito a costruire tante città. Con la piattaforma Growing Up Italian, più di tutto, cerchiamo di trasmettere il messaggio di essere orgogliosi delle nostre radici italiane, ma anche renderci conto di quanto sia stato importante che la nostra famiglia abbia lasciato l’Italia per un’opportunità migliore.
- Sei un appassionato di musica rap. I tuoi social raccontano un’amicizia con Guè Pequeno, Irama, Sfera Ebbasta, Blanco e tanti altri…com’è nato questo legame e come si è sviluppato?
Tutto è iniziato con Sfera. Mi ha dato la possibilità di intervistarlo quando eravamo ancora molto piccoli. Una volta che l’ho intervistato, molti artisti italiani hanno seguito il suo esempio. Mi ha aperto una porta completamente nuova e mi ha fatto crescere italiano, anche se sono nato in America. Quando questi artisti vengono negli Stati Uniti, mi prodigo per aiutarli con tutto ciò che posso. Che si tratti di location per riprese video, consigli su dove mangiare, cosa fare. A volte posso essere solo un amico.
- Hai progetti in cantiere con alcuni di questi rapper italiani?
Sì, in realtà ho aiutato ad ottenere alcune features per Guè nei suoi ultimi 2 album. Ho contribuito alla produzione di un video musicale per Sfera & Irama. Ho un paio di altri progetti in arrivo con loro, ma non voglio dire nulla fino a quando non sarà il momento dell’annuncio ufficiale.
- Hai un rapporto intenso con questi artisti. Puoi raccontarci qualcosa di speciale su di loro?
Tutti gli artisti sono come una famiglia per me. Quando sono andato a Milano a settembre, Sfera e Guè mi hanno portato a cena. È stato davvero fantastico vedere com’è stare con loro in Italia, perché prima li vedevo sempre in America. A Milano ho compreso quanto sono amati e cosa vuol dire essere famosi lì.
- A Brooklyn è accolta di buon grado la loro musica?
Quando parlo con gli italo americani di musica italiana, loro pensano ancora ad artisti come Eros, Toto Cutugno, Andrea Bocelli. Sono orgoglioso di mostrare alla gente nuovi artisti e credo davvero di aver presentato questi cantanti a molti dei nostri follower. Inoltre, la nostra piattaforma growingupitalian è davvero l’unico brand italo-americano che promuove la nuova musica italiana.
- Cosa apprezzi di più dell’Italia e come definisci il tuo rapporto con Sanza?
Amo la cultura e il cibo dell’Italia. Ho visitato i paesi dei miei genitori più di 30 volte nella mia vita. Mi sono sempre adoperato per spingere Sanza in avanti e in molte delle mie interviste ho chiesto agli artisti di mandare un saluto a tutti gli amici di lì e di Sassano. Sono realtà molto piccole, quindi a volte c’è una mentalità ristretta; tuttavia, le mie radici affondano in quei luoghi e in famiglie che lavoravano la terra e allevavano animali. Ecco perché il mio obiettivo è sempre stato quello di collegare la famiglia di umili origini, proveniente da piccoli centri, ai nomi di grandi artisti italiani.
- Sei giovane e molti tuoi coetanei vorrebbero essere al tuo posto. Che consiglio ti senti di dare a chi vuole ottenere notorietà?
Qualunque cosa si voglia fare nella vita, consiglio di essere coerente. Niente di tutto questo che vivo oggi è arrivato velocemente. Realizzo podcast da oltre 5 anni. A volte le persone smettono troppo presto. Se vuoi davvero qualcosa devi lavorarci ogni giorno.