Si è concluso con tre condanne il procedimento penale nei confronti di tre uomini di nazionalità slava residenti a Scampia accusati dal Tribunale di Potenza, a vario titolo, di tentato omicidio (accusa poi caduta), furto in abitazione e ricettazione. I fatti si riferiscono al 15 maggio dello scorso anno quando a Paterno vennero scoperti dai Carabinieri e si verificò un incidente tra militari e ladri, con uno dei tre bloccato e ammanettato ad un lampione e altri due in fuga, poi bloccati.
La condanna per i tre, di età compresa tra i 25 e 30 anni, va dai 4 ai 6 anni e 8 mesi, per i reati di furto in abitazione e ricettazione (pena sospesa).. Per i tre, in carcere da un anno, da ieri la misura cautelativa in carcere è stata sostituita con l’obbligo di dimora a Napoli, obbligo di rientrare in un determinato orario nella residenza e lo stesso per le uscite, oltre all’obbligo di presentazione due volte al giorno alla Polizia Giudiziaria. Sono stati scarcerati nella serata di ieri.
Vennero scoperti a bordo di un’Audi A6 (con targa appartenente ad altro mezzo e con la refurtiva). L’auto risultò essere stata rubata a Casoria. I Carabinieri riuscirono subito a intercettarli a pochi passi da alcune abitazioni colpite, nei pressi di una strada periferica e di una rotonda situata nelle vicinanze di via Ponte delle Chianche e viale Giustino Fortunato a Paterno. Secondo la ricostruzione dell’accusa, i tre avrebbero imboccato una strada contromano per poi andare a sbattere contro i militari della Stazione di Marsico Nuovo che si erano messi sulle loro tracce. Per i legali dei tre, Antimo Castiello e Aurelio Ruggiero, si sarebbe trattato solo di un incidente e non di un tentativo di omicidio, come da perizie e memorie difensive presentate nel corso del procedimento.
Diventò virale una foto di uno dei tre ladri ammanettato a un palo della luce. Un atto necessario e di emergenza quello dei carabinieri che rimasero feriti e che erano in attesa di rinforzi e non avevano altre soluzioni in quegli attimi concitati.
Nell’ultima udienza, il pubblico ministero Antonella Mariniello aveva chiesto le condanne nei confronti dei tre (per uno anche per tentato omicidio). Il gip Lucio Setola ha accolto le tesi difensive dei legali e l’accusa più pesante è caduta. Ieri, durante l’ultima udienza, due di loro sono stati tradotti in Tribunale, un terzo ha partecipato all’ultima udienza in videoconferenza. Poi hanno fatto rientro presso le residenze dopo il dispositivo. Inoltre, la Procura ha avviato altri accertamenti riguardo al reato di riciclaggio dell’auto. Per i tre è scattata anche l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e la condanna al pagamento delle spese processuali e di custodia. Disposte anche la confisca dell’Audi A6, la restituzione della refurtiva ai proprietari delle abitazioni colpite e la distruzione degli arnesi da scasso sequestrati.
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