Sapri è tutta un pianto strozzato per dire addio al suo Diego. Anche il cielo plumbeo sembra quasi far fatica a trattenere le lacrime. Una chiesa dell’Immacolata ed una Piazza Plebiscito gremite in occasione del funerale Diego Mandola, il 36enne cameriere che ha perso la vita nella notte tra il 30 ed il 31 agosto a Thonon-les-Bains, nell’Alta Savoia Francese sul lago di Ginevra dove lavorava in un ristorante siciliano.
Pianti e palloncini bianchi liberati nell’aria hanno salutato il giovane, morto tragicamente a migliaia di km da casa sua, senza avere il tempo di poter salutare i suoi cari ed i suoi amici.
La salma, assieme ai genitori Giovanni ed Adriana, in collaborazione con il gruppo delle Onoranze Funebri Sapresi, è arrivata stanotte nella città della Spigolatrice.
La cerimonia funebre è stata officiata dal parroco don Raffaele Brusco e da don Nicola Romano. In prima fila, oltre al papà ed alla mamma, anche i 3 fratelli e la sorella di Diego.
Al termine sono state lette con grande emozione da due signore della parrocchia alcuni pensieri da parte degli amici di Diego, i quali hanno ricordato quel ragazzo sempre sorridente con la passione per la musica neomelodica napoletana e per il Napoli. “Amico mio ora sei andato a ballare sulla tua stella più bella”, è scritto in una di queste lettere.
Ad attendere il feretro all’uscita della chiesa dell’Immacolata anche il sindaco di Sapri Antonio Gentile ed il suo vice Daniele Congiusti.
All’uscita del feretro la canzone “Ovunque sarai” di Irama è risuonata nell’aria.
L’autopsia sul corpo del giovane ha soltanto chiarito che non si è trattato di suicidio ma ci sono ancora molti dubbi sul come sia precipitato dal terrazzo dell’appartamento al quarto piano dove viveva. Un volo di una decina di metri che non gli ha lasciato scampo. È morto poco dopo.
Per ora le autorità francesi nulla hanno lasciato trapelare. Si saprà qualcosa in più dagli esiti dell’esame autoptico.