Il comitato “Uniti per la Val d’Agri”, ha creato una mobilitazione contro lo smembramento dell’ospedale del Comune di Marsicovetere, organizzando, ieri, una manifestazione.
Cittadini, sindaci, rappresentanze sindacali e poli scolastici della Val d’Agri hanno accolto l’appello e alle 10 si sono presentati numerosi in piazza Zecchettin a Villa d’Agri. I commercianti aderenti hanno contribuito chiudendo le saracinesche dei negozi per un’ora, mentre dipendenti di uffici, fabbriche e banche (come la filiale Carime), hanno sospeso le attività lavorative per cinque minuti, in segno di protesta. Circa dopo un’ora dal raduno è partito il corteo che si è diretto in via Roma e prima di arrivare al parcheggio visitatori dell’ospedale, ha fatto tappa presso la sede dell’Asp (distretto valdagrino dell’Azienda sanitaria locale di Potenza).
Soddisfatti gli organizzatori. “Secondo le stime del comitato – sostiene Rosa Pippa, una delle rappresentanti – hanno aderito 3 mila persone. Siamo stati noi del comitato a decidere di non dare voce ai politici di un certo livello, per garantire spazio al popolo e non fare campagna elettorale”.
Così sul palco sono salite mamme, sindacalisti, rappresentanti del comitato e sindaci della Val d’Agri. “Quello che chiediamo, in accordo con i sindaci della Valle, – sottolinea Pippa – è il non ridimensionamento dell’ospedale di Villa d’Agri, la riapertura del suo punto nascite e l’apertura dell’Hospice a Viggiano”. Inoltre è stata avanzata la possibilità di utilizzare i soldi del bonus carburante e delle royalties per sovvenzionare l’ospedale.
L’assenza di importanti rappresentati regionali e provinciali non è però passata inosservata e non tutti sono concordi sul fatto che l’unione del popolo valdagrino basti ad impedire la chiusura dei reparti di ginecologia e pediatria e risolvere la questione della Val d’Agri. “Se la manifestazione la facciamo ‘noi con noi’ – si chiede Michele Carmignato – come possiamo mai pretendere che a Potenza qualcuno possa cambiare le cose?”.
– Monica Lopardo –