“La Scuola Empatica è il grande Movimento letterario-artistico- filosofico e culturale che caratterizza il primo quarto del XXI Secolo. Non poteva che uscire dalle macerie di questo surreale 2020“. Scrive così Francesco D’Episcopo, critico letterario e docente presso l’Università Federico II di Napoli, a proposito dell’entusiasmante Movimento che sta da qualche mese conquistando l’Italia nel nome dei sentimenti, dell’unione tra artisti e tra le persone. Un’unione che mette al centro l’amore per il prossimo, per il sentire e per il lavoro altrui. Ancora una volta i poeti, gli artisti, gli intellettuali italiani hanno saputo stupire, dando corpo ad un Movimento che sta già facendo la storia.
Tutto ciò avviene tra l’altro ad un secolo esatto dalla nascita dell’Ermetismo, che seguiva la Prima Guerra Mondiale e la pandemia della “Spagnola“. Ma se allora ci si era voluti trincerare dietro al proprio sconforto, questa volta la reazione suggerisce un’apertura, un desiderio di opporsi a tutto ciò che stiamo ancora vivendo.
“Il Movimento – ha affermato il suo fondatore Menotti Lerro -, che basa i suoi principi sui valori dell’empatia tra artisti e tra le persone in genere, ricercando l’unione tra le arti attraverso la comprensione del lavoro altrui e la condivisione di alti valori etici, e al cui Manifesto hanno aderito moltissimi dei più rilevanti artisti, filosofi, letterati e persone di cultura d’Italia, rappresenta un’occasione straordinaria per potersi finalmente unire in nome di uno scavo necessario, alla ricerca di quei principi che mirano al superamento del modello occidentale scientifico-specialistico attraverso la ripresa reale di valori quali l’onestà, la purezza, la poesia intesa come quintessenza di bellezza. Era infatti richiesto un confronto per proporre di superare l’approccio logico-razionale dal suo interno, partendo dallo stesso Occidente. Emblema della ricerca è l’immagine dell’Artista Totale che è un’ideale figura d’artista o semplicemente il frutto dell’empatica condivisione tra artisti provenienti da ambiti diversi“.
Il nuovo Movimento ha un suo Manifesto che mette al centro l’interdisciplinarità, la ripresa dei classici, la contaminazione tra i generi ed è già stato presentato in passato presso il Caffè Letterario “Giubbe Rosse” di Firenze, l’Accademia di Belle Arti di Brera, il Liceo Classico “Parmenide” di Vallo della Lucania e la Central Library di Edimburgo.
L’epicentro del Movimento si delinea in provincia di Salerno, nell’innovativo “Triangolo culturale” fiorito nel Cilento: Omignano, Paese degli Aforismi; Salento, Paese della Poesia; Vallo della Lucania, Sede del Centro Contemporaneo delle Arti.
Tra gli artisti che hanno aderito i poeti Milo De Angelis, Giampiero Neri, Tiziano Rossi, Valerio Magrelli, Roberto Carifi, Franco Arminio, Franco Loi, Elio Pecora, Vivian Lamarque, il filosofo Umberto Curi, lo storico Luigi Rossi, gli eminenti anglisti Maria Teresa Chialant, Tomaso Kemeny e Massimo Bacigalupo, Alessandro Quasimodo figlio del poeta Premio Nobel Salvatore Quasimodo, Bernardo Lanzetti, storica voce della PFM e degli Acqua Fragile, il grande artista visivo Omar Galliani, gli psicoanalisti Luigi Leuzzi, Giammaria Occhi e Maria Rita Parsi, il neuroscienziato Giacomo Rizzolatti, Antonello Pelliccia dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Vittorio Santoianni dell’Accademia di Firenze, lo scrittore Raffaele Nigro, il genetista Edoardo Boncinelli e ancora l’ispanista Emilio Coco, il poeta-giornalista del Corriere Ottavio Rossani, l’editore Giuliano Ladolfi, lo storico della musica Ezio Guaitamacchi, il critico Carlangelo Mauro. Presenti anche Angelo Ghilardi, Elena Pontiggia, Renato Galbusera, e molti altri, tra docenti universitari, artisti e persone di alta cultura.
“In Italia, ma già il movimento sta sconfinando, finalmente si respira una nuova aria – dice Lerro – che sa di grande Arte, grandi imprese come nel nostro glorioso passato“.
– Paola Federico –