“Siamo molto onorati di avere qui con noi Aida Orezzoli, cantante di origine lucana, conosciutissima in America latina. Ne apprezziamo le doti canore e l’ammiriamo per la sua sensibilità che l’ha portata a conservare forte il legame con la propria terra di origine e a essere orgogliosa di questa identità”. E’ con queste parole che il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vito Santarsiero, ha accolto ieri Aida Orezzoli, cantante e compositrice peruviana originaria di Castelluccio Superiore, in Basilicata per motivi familiari.
Conosciutissima in America latina, la Orezzoli si definisce una cantante cattolica, devota della Beata Vergine Maria. “Il mio compito – ha affermato durante l’incontro a cui era presente anche la madre, la signora Aida che è una scrittrice e il Direttore generale del Consiglio regionale, Domenico Tripaldi – è di evangelizzare attraverso la musica. La musica è un mezzo meraviglioso attraverso il quale è possibile pregare. Tanto che, come dice Sant’Agostino, ‘Colui che canta prega due volte’. Tra i tanti impegni che ho vissuto sempre con grande entusiasmo e tanta determinazione in oltre 10 anni di carriera musicale, ho avuto l’opportunità e la benedizione di poter partecipare alla registrazione di diverse produzioni musicali. In particolare, ho cantato nella serenata popolare nella Basilica di Guadalupe, in omaggio alla Madonna di Tepeyac, eseguendo la mia canzone ‘Santa María Virgen de Guadalupe’ per più di 3 anni consecutivi”. Il suo maggior successo è stato l’album “Aida, Aida Orezzoli“, prodotto, arrangiato e diretto da Diego Rivera.
“A chi si adopera quotidianamente per costruire legami forti tra popoli e realizza cose che restano nella storia va la nostra stima – ha dichiarato Santarsiero – Gli italiani formano tanta parte della storia americana. Avere memoria di questa storia e ricordare la nostra stessa storia, fatta degli sforzi di chi è andato via ma anche della fatica di chi è rimasto, ha contribuito alla crescita e alla modernizzazione della nostra regione. Aida Orezzoliè figlia di questa terra. Il canto è libertà, storia e religione, è ricordo e insegnamento, per cui è profondamente errato considerarlo soltanto come puro intrattenimento. L’auspicio è che sempre più giovani si appassionino a questo linguaggio universale e ne facciano uno strumento di conoscenza e di scoperta della propria identità”.
– Chiara Di Miele –