E’ stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Basilicata la proposta di legge che introduce misure di sostegno per la promozione delle parità di genere. Il testo unificato è l’esito di un lavoro di mediazione tra due proposte, la prima che prevedeva l’istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza e la seconda che dettava misure di sostegno per la promozione delle parità di genere in Basilicata.
Lo strumento legislativo prevede da parte della Regione l’istituzione del reddito di libertà corrisposto per un periodo che va dai 12 ai 36 mesi, quale supporto economico e morale che aiuta le donne vittime di violenza morale, fisica, psichica, psicologica, sessuale, sociale ed economica, sole o con figli minori e in condizioni di non autosufficienza economica a ricominciare una vita nel segno dell’autonomia, dell’indipendenza e dell’autodeterminazione.
La condizione è certificata dai servizi sociali del Comune di residenza o, in caso di allontanamento anche volontario da quest’ultimo, dai servizi sociali del Comune del nuovo domicilio. La domanda di accesso ai contributi è presentata al Comune di residenza o, in caso di allontanamento anche volontario da quest’ultimo, al Comune in cui si è stabilito il domicilio. La procedura è senza oneri per gli aventi diritto ed è a cura dell’Amministrazione pubblica acquisire i certificati relativi alla pratica e garantire la copertura degli eventuali costi.
I Comuni, in raccordo con i Centri antiviolenza e le Case di accoglienza, progettano per ciascuna beneficiaria un piano personalizzato di interventi finalizzato al sostegno e all’emancipazione della donna vittima di violenza e dei suoi figli, dando priorità alle donne con figli minori o con disabilità certificata. Il piano personalizzato di interventi può prevedere singolarmente o congiuntamente l’erogazione di un sussidio economico, l’accesso ai dispositivi delle politiche attive del lavoro in materia di occupazione e di formazione, l’avvio all’autoimpiego attraverso l’utilizzazione dei percorsi previsti dalla legislazione in materia o con incentivi per favorire l’inizio di un’attività in proprio, l’aiuto economico per favorire la mobilità geografica per sfuggire alla condizione di violenza e la garanzia della continuità scolastica per i figli che debbano completare il ciclo di istruzione.
Il supporto continua anche quando è necessario lo spostamento in altre città per sfuggire alla condizione di violenza e per dare alle vittime la possibilità di intraprendere un nuovo percorso lavorativo. La beneficiaria del sostegno economico dovrà impegnarsi a partecipare a un progetto personalizzato finalizzato all’acquisizione o riacquisizione della propria autonomia e indipendenza.