Senza stipendio da oltre un anno. È il destino comune di quanti, compresi diversi giovani del Vallo di Diano e della Piana del Sele, hanno incrociato la società Promuovitalia sul proprio percorso professionale. Consulenti e tirocinanti contrattualizzati dalla fallita SpA sotto il controllo del Mibact sono comprensibilmente arrabbiati e chiedono di conoscere come siano stati realmente spesi i maxifinanziamenti europei concessi a sostentamento degli stage attivati anche nella provincia di Salerno.
Alessandro racconta la sua esperienza in coda al primo articolo che Ondanews ha dedicato alla questione: “Promuovitalia mi aveva contrattualizzato come consulente. Non mi sono stati rimborsati neanche i costi sostenuti per le trasferte a Roma. Ad oggi avanzo un credito di oltre 7mila euro. Promuovitalia era una società in house con un progetto sano e nobile e le risorse necessarie per garantire il raggiungimento degli obiettivi. Le guerre tra dirigenti e la mala politica sono responsabili al 100% di questo enorme fallimento economico e morale”.
Daniele, uno dei mille tirocinanti involontariamente coinvolti nel disastro, non usa mezzi termini: “Facce toste, truffatori e ladri senza vergogna. Prendono in giro noi giovani che dovremmo essere il futuro di questo Stato senza un minimo di identità e di orgoglio”.
Alessia è salernitana. L’azienda che l’aveva accolta le ha pagato quello che Promuovitalia non le ha dato: “Solo il titolare per cui ho lavorato ha riconosciuto le mie capacità e il mio impegno e mi ha retribuita. Non era tenuta a farlo, da contratto il bonifico mi sarebbe dovuto arrivare da Promuovitalia”. Carmen, invece, è delusa e amareggiata e non ha guadagnato ciò che da contratto le spettava. Su Facebook scrive: “Lavorare 4 mesi, 40 ore a settimana senza percepire un centesimo: è la solita storia all’italiana. Che delusione!”
Ora che il Tribunale di Roma ha emesso il provvedimento di fallimento, i tirocinanti del progetto LeS4 si stanno organizzando anche per azioni legali collettive al fine di recuperare almeno parte delle spettanze. Domenico ci racconta la confusione, intrisa di frustrazione, che prova: “La mia prima esperienza lavorativa si è rivelata una disgrazia. Ora è impossibile capire cosa fare, che azione intraprendere. Qualcuno ha nominato la procedura di insinuazione al passivo, che non ho ben capito cosa diavolo sia. Mi tocca anche combattere e pagare un avvocato per avere i soldi che mi spettano per aver lavorato seriamente con un contratto?”
– Gianpaolo D’Elia –
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