“La pace è quel silenzio che è in tutti noi” commentò Pierpaolo, quando appena diciassettenne vinse un concorso di poesia. “La pace è quel silenzio che è in tutti noi, ma che nessuno riesce a percepire. E’ quella luce colorata come un fuoco che riscalda e invade. E’ tutto ciò che dona l’eterno in ogni momento, perforando piacevolmente l’animo”.
Ed ora che ha lasciato questa vita, il silenzio è calato su ogni persona che ha conosciuto questo giovane ma grande ragazzo di Teggiano che a diciotto anni aveva pubblicato il suo primo libro di poesie “Il Melograno”.
Pierpaolo Manzione studiava Musica al Conservatorio di Potenza. A luglio avrebbe dovuto laurearsi in Direzione d’Orchestra. Oltre alla Musica, quella di Bach e dei grandi musicisti del passato, amava l’opera, la scultura, la pittura, la filosofia, la poesia, la natura che rispettava, riconoscendone la sacralità. Coltivava i suoi campi e la sua agricoltura era “naturale” e ricordo ancora quando mi corresse, perché io erroneamente la definii “biologica”.
Nei suoi album sul suo profilo di Facebook, le foto di grandi sculture, di opere d’arte, di grandi musicisti e di spartiti musicali sono affiancate alle foto dei fili d’erba dei campi che lavorava. Alla foto del suo fieno aveva aggiunto la didascalia “Quel suono profumato...”. Ecco, questo era Pierpaolo. Un ragazzo di ventiquattro anni dal grande animo sensibile, che riusciva ad ascoltare anche “il suono” del fieno, il suono di ciò che aveva curato e amato: il suono della Natura e della Vita.
“Potete considerare la vita come un episodio inconcludente, che turba la beata calma della non esistenza”, Pierpaolo scriveva questo pensiero di Arthur Schopenhauer il 7 dicembre dello scorso anno, quando probabilmente stava cercando un senso a ciò che gli stava accadendo.
Se anche le stelle hanno un loro suono, ora Pierpaolo, che è così vicino a loro, può ascoltarlo. Pronto a scrivere una dolce musica che senz’altro dedicherà alla sua mamma Maria Assunta, al suo papà Antonio, a suo fratello Michelangelo. E note cadranno dal cielo a consolare tutti coloro che l’hanno conosciuto e che, apprezzando le sue doti, gli hanno voluto bene.
– Paola Testaferrata –