Nella mattinata di ieri è partito un importante progetto che mira a promuovere e diffondere le politiche della transizione ecologica attraverso la nascita di una realtà che consentirà la realizzazione di una Comunità Energetica Rinnovabile.
Il Comune di Calvanico ha ospitato la firma dell’atto con il quale è stata costituita la Cooperativa Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale di Calvanico/Valle dell’Irno al quale ha aderito anche la Fondazione Monte Pruno come socio fondatore.
La società cooperativa non ha scopi di lucro ed è retta e regolata dai principi della mutualità ma agisce per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale favorendo il più ampio coinvolgimento dei destinatari, degli utenti e di altri soggetti interessati alle attività sociali della cooperativa. Si propone di contribuire allo sviluppo del movimento cooperativo, promuovendo la costituzione e la crescita di cooperative composte da cittadini o persone giuridiche appartenenti al territorio di riferimento, perciò aderisce alla Confederazione Cooperative Italiane – CONFCOOPERATIVE, Associazione nazionale di rappresentanza e tutela della cooperazione ed alle sue organizzazioni territoriali e settoriali.
La partecipazione alla Confederazione Cooperative Italiane CONFCOOPERATIVE rappresenta l’elemento che ha determinato la partecipazione della Fondazione Monte Pruno, anche in considerazione della condivisione di idee e strategie nel mondo della cooperazione con la Banca Monte Pruno.
La neo costituita cooperativa contribuirà allo sviluppo sostenibile, punto focale della transizione energetica e strumento fondamentale per la creazione di nuovi modelli di economia ecologica basati sulla generazione distribuita, il localismo energetico ed il contrasto alla povertà energetica, attività tese a contrastare il declino economico, sociale e urbanistico in stretta collaborazione con gli attori sociali del territorio.
La Cooperativa Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale di Calvanico/Valle dell’Irno ha lo scopo prevalente di costituire una comunità di energia rinnovabile ai sensi dell’articolo 31 del D.lgs. 199/2021 e delle Regole tecniche per l’accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione dell’energia elettrica condivisa e di svolgere tutte le attività consentite e strettamente necessarie al perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente e alla produzione di un servizio di interesse generale.
Alla firma dell’atto, redatto dal Notaio Rossella Sgambati, erano presenti il sindaco del Comune di Calvanico Antonio Conforti, ente che fa anche parte della nuova Cooperativa di Comunità Energetica, Salvatore Scafuri, Presidente Confcooperative Salerno, Michele Albanese, Presidente della Fondazione Monte Pruno, e diversi cittadini che hanno condiviso il progetto.
Grande interesse da parte della Fondazione Monte Pruno, in perfetta aderenza con i valori promossi dalla Banca Monte Pruno nella comunità interessata della Valle dell’Irno per dare concretamente vita a quella rivoluzione energetica che parte dal basso in cui i protagonisti sono i cittadini, non più solo consumatori di energia ma produttori dell’energia che consumano, con conseguenti evidenti vantaggi in termini economici, ambientali e sociali.
“Come avevamo anticipato più volte – ha dichiarato il Presidente della Fondazione Monte Pruno Michele Albanese – era nei nostri piani dar vita ad una comunità energetica. Questo atto concreto certifica la nostra volontà ed il nostro obiettivo di dar vita ad un progetto della specie che possa creare una vera democrazia energetica nella comunità di riferimento. Un grazie al sindaco di Calvanico per aver recepito la nostra idea di fare cooperazione in questo ambito ed al dottor Scafuri, con tutta la sua struttura, per averci coinvolto in un progetto ambizioso, ma che avrà tanto da realizzare. Nel mese di dicembre dello scorso anno, in uno dei primi convegni tenutosi sull’argomento presso la Sede della Banca Monte Pruno a Sant’Arsenio, immaginammo di avviare tale attività ed ora grazie a questo team di lavoro siamo riusciti nel nostro intento, nonostante i tempi della normativa che hanno ritardato la realizzazione. Un’azione concreta verso la transizione ecologica ma anche un’azione concreta verso la transizione culturale, dove non poteva mancare la nostra adesione”.