La legge regionale della Basilicata numero 46 del 2018, “Disposizioni in materia di randagismo e tutela degli animali da compagnia di affezione”, è incostituzionale.
Lo ha deciso la Corte Costituzionale, esprimendosi dopo che, nel febbraio scorso, il Governo, interessando il Dipartimento degli Affari Regionali e per le Autonomie, decise di impugnare la legge regionale approvata dalla Regione Basilicata.
La decisione di impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale sta in alcuni articoli che vennero ritenuti incostituzionali e, in particolare, quando tra le 16 pagine si legge che la Regione “conferisce al Servizio Veterinario di procedere alla soppressione, con metodi eutanasici, di cani e gatti raccolti, in carenza della denuncia di smarrimento o sottrazione degli animali al Servizio veterinario ufficiale e alle Forze dell’Ordine, entro il termine di cinque giorni dallo smarrimento o sottrazione”.
La Lav Animali Familiari fece sapere che la legge venne impugnata dal Governo perché in contrasto con i principi fondamentali della Costituzione. La Regione mise una pezza subito dopo, ma non è servita. La Corte Costituzionale ha accolto le richieste del Governo attraverso i vari punti che riguardano gli articoli 6, 7 e 8 della legge numero 46, approvata il 30 novembre 2018.
Viene contestato anche l’articolo 6, dove viene disposto che le Asl possono stipulare accordi di collaborazione con i privati e la associazioni di volontariato animaliste, norma ritenuta discriminatoria nei confronti delle associazioni di promozione sociale.
Regione costretta ora a modificare la legge ed approvarla nuovamente, secondo i principi di costituzionalità.
– Claudio Buono –
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